Dopo l’attentato di Londra, Amber Rudd, ministro dell’Interno del Regno Unito, chiede che WhatsApp e le piattaforme social online siano accessibili alle autorità per motivi di intelligence.
Più importante la privacy o la sicurezza anti-terrorismo? Il dilemma si ripropone dopo l’attentato che ha colpito Londra la settimana scorsa. A rinfocolare il dibattito ci ha pensato il ministro dell’Interno inglese Amber Rudd, secondo cui WhatsApp, usato dall’attentatore di Londra per preparare l’attacco, e piattaforme analoghe di comunicazione online dovrebbero consentire alle autorità di accedere ai contenuti delle chat per garantire la sicurezza dei cittadini e prevenire attacchi terroristici come quello della settimana scorsa davanti a Westminster.
Il tragico bilancio dell’attacco al Parlamento di Londra, che ha causato 5 morti e 50 feriti, impone una riflessione, secondo Rudd, che propone l’obbligo per WhatsApp e altri player digitali di consentire ai servizi di intelligence l’accesso a tutti i contenuti crittati che transitano sulle diverse piattaforme online.
Rudd ha detto che internet viene utilizzato come un “condotto che incita e ispira violenza, diffondendo l’ideologia estremista”.
In un intervento su The Telegraph, il ministro ha scritto che “abbiamo bisogno dell’aiuto dei social media, i Google, i Twitter e i Facebook di questo mondo. Ma anche di quelli più piccoli: piattaforme come Telegram, WordPress e Justpaste.it devono assumere un ruolo più forte e proattivo per contrastare abusi terroristici delle piattaforme (online ndr)”.
Anche Telegram, come WhatsApp, è una app di messaggistica crittata.
Consentire o meno alle autorità l’accesso ai messaggi WhatsApp è da tempo oggetto di dibattito ad esempio in Brasile.
Lo scorso anno la app di messaggistica che fa capo a Facebook ha aggiunto la crittografia end-to-end a tutti i suoi messaggi, un sistema inaccessibile per chiunque anche per la stessa società, che a gennaio ha smentito il fatto che le autorità e i governi possano accedere ai flussi di messaggi aggirando i sistemi di crittografia attraverso una backdoor.
E mentre l’FBI è stata capace di crackare un iPhone per ottenere dati, gli strumenti di messaggistica istantanea sono più complessi secondo quanto riportato da Bloomberg.