A maggio di quest’anno un’ondata di attacchi informatici di tipo ransomware ha preso di mira i pc e i dispositivi elettronici di mezzo mondo.
Un attacco su vasta scala, denominato WannaCry, mirato a sequestrare letteralmente i computer, con l’obiettivo di chiedere un riscatto, molto spesso inutilmente pagato dalle vittime.
Secondo dati Europol di metà maggio, più di 200 mila pc di 150 Paesi sono stati attaccati dai cyber criminali, subendo danni di varia gravità, più altre 1,3 milioni di macchine che in quei giorni erano ancora considerate sotto attacco e da monitorare.
Insomma, un’operazione di cyber criminalità davvero ingente, ampia, pericolosa e ben congegnata, che contò vittime eccellenti, tra cui aziende (in Francia è stata colpita la Renault, in Spagna la compagnia telefonica Telefónica), ospedali (come il sistema sanitario nazionale britannico, quindi mettendo a rischio potenzialmente vite umane), scuole e sistemi di trasporto.
Ora la Casa Bianca torna sulla faccenda e lo fa con un articolo sul Wall Street Journal a firma di Thomas Bossert, consigliere di Donald Trump per la sicurezza interna e l’antiterrorismo, secondo il quale “Dietro il cyberattacco ‘Wannacry’, che ha paralizzato tutto il mondo lo scorso maggio, c’è la Corea del Nord”.
“Non siamo gli unici a sostenere” la responsabilità di Pyongyang, altri governi e società private sono d’accordo con noi“, ha sentenziato Bossert.
“Le nostre accuse non sono fatte a cuor leggero, abbiamo delle prove schiaccianti. Assieme a noi c’è la Gran Bretagna e Microsoft ha tracciato gli attacchi, che portano inevitabilmente alla Corea del Nord e al suo Governo”, ha spiegato l’autore dell’editoriale, che ha poi aggiunto un appello mondiale: “Unitevi a noi nel combattere i cattivi del web”, identificando in questi cattivi, oltre la Corea del Nord, anche con la Russia e l’Iran.
La Corea del Nord, precisa il consigliere di Trump, “continua a minacciare l’America, l’Europa e il resto del mondo non solo con le sue aspirazioni nucleari. Sta usando sempre più i cyberattacchi per alimentare il suo comportamento e causare distruzioni“.
Che poi conclude ammonendo tutti: “Gli hacker maligni appartengono al carcere, e i governi totali devono pagare un prezzo per le loro azioni“.