I costi per ripristinare i servizi e la sicurezza della storica biblioteca di Londra sono stimati tra i 6 e i 7 milioni di sterline, circa il 40% delle riserve finanziarie dell’istituzione.
Dopo il danno, la beffa. La British Library di Londra, la principale biblioteca nazionale del Regno Unito, è chiamata a dare fondo alle proprie scorte finanziare, circa il 40%, con una spesa stimata tra i 6 e i 7 milioni di sterline (8 milioni di euro) per sistemare i danni provocati dall’attacco informatico su larga scala di cui è stata vittima. I computer sono andati in tilt dopo l’attacco ransomware compiuto dal gruppo Rhysida – tra i responsabili anche di una serie di campagne malevole contro istituzioni governative in Portogallo, Cile e Kuwait nonché di operazioni di Ransomware-as-a-service (RaaS) – che ha “infettato” i sistemi dell’enorme biblioteca della capitale inglese. Dopo aver bloccato il wi-fi e il catalogo online, i cyber criminali hanno sottratto centinaia di dati sensibili, chiedendo un riscatto di 600mila sterline per la restituzione dei materiali sensibili (tra cui documenti di lavoro e scansioni di passaporti).
Riscatto non pagato, i dati finiscono nel dark web
La biblioteca ha scelto di non cedere al ricatto dei cyber criminali – come tra l’altro è previsto dalla linea delle autorità britanniche in casi del genere –, e le conseguenze non si sono fatte attendere: quasi l’intero materiale digitale rubato (573 gigabyte di file, ovvero il 90%) è stato divulgato online e il restante 10% venduto sul dark web. È facile comprendere, quindi, come adesso ricostruire le intere infrastrutture online della storica biblioteca di Londra – che custodisce 14 milioni di tomi, compresi manoscritti antichi di migliaia di anni, le prime copie della Magna Carta (la carta reale dei diritti accolta il 15 giugno 1215 dal re Giovanni d’Inghilterra a Runnymede, nella contea di Surrey) fino ai testi redatti a penna dai Beatles – costi uno sproposito.
Attacchi hacker: a rischio reputazione e royalties
Si tratta dunque di un danno tutt’altro che irrilevante per la British Library, anche in termini di immagine e reputazione. I problemi informatici risultano tutt’ora ben visibili e in un’apposita sezione del suo portale (“Cyber incident update”) la biblioteca nazionale del Regno Unito fa presente le criticità rilevate (“stiamo continuando a riscontrare una grave interruzione tecnologica a seguito di un attacco informatico. I nostri edifici sono aperti come al solito, tuttavia l’interruzione continua a interessare il nostro sito web, i sistemi e i servizi online, nonché alcuni servizi in loco. Questo è un sito web temporaneo, con contenuti limitati che descrivono i servizi attualmente disponibili, nonché le attività della biblioteca”).
L’attacco hacker alla British Library rappresenta un problema anche per numerosi autori meno noti che, per la legge nazionale, ricevono diritti di autore ogni volta che un libro viene letto alla British oppure in altre biblioteche (con royalties che possono giungere fino a 7.500 euro annui). Scrutando l’orizzonte, l’istituzione inglese stima che alcuni miglioramenti possano già avvenire entro la fine del mese, quantomeno in merito al ripristino della ricerca nella biblioteca elettronica (al momento, infatti, gli studenti, u ricercatori e i bibliofili devono cercare i volumi manualmente).