Il Giappone sta operando per incrementare il suo cyber esercito al più presto. Lo riporta Kyodo news. Il ministero della Difesa del paese asiatico sta studiando come portare i suoi assetti specializzati nella risposta ai cyber attacchi a 1.000 unità dalle attuali 110.
Inoltre, si lavora alla costituzione di un nuovo gruppo, che si occupi di studiare le tecniche e procedure (TTP) delle aggressioni informatiche ostili. L’obiettivo non è solo difendersi dalle minacce del cyberspazio. Ma anche acquisire nuove capacità nel settore. Le iniziative fanno parte del pacchetto di misure intraprese da Tokyo nel suo piano di difesa quinquennale e sono legate alla protezione informatica del paese, in vista delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo del 2020. Sui Giochi, infatti, pende la minaccia dei gruppi di black hat hacker, che operino per paesi concorrenti o nell’ambito del cybercrime.
Il cyber esercito giapponese, comunque, non potrà condurre attacchi. Lo vieta la Costituzione
Secondo il piano stabilito, l’unità cyber del ministero della Difesa giapponese entro l’anno fiscale sarà formata da circa 1.000 specialisti. Questa è stata costituita a maggio del 2014 per rispondere agli attacchi informatici e per monitorare i network delle infrastrutture critiche. Sia del dicastero sia delle forze armate (Self-Defence Forces, SDF). Il nuovo gruppo, invece, analizzerà le aggressioni avvenute finora non solo contro il paese, ma anche a livello globale. Lo scopo è acquisire nuove informazioni per studiare strategie di difesa ad hoc. I militari del Giappone, anche se acquisissero le capacità, non potrebbero comunque lanciare cyber attacchi. L’articolo 9 della Costituzione (rinuncia alla guerra) lo vieta. L’impiego delle forze militari, infatti, è autorizzato solo in chiave difensiva e mai offensiva. L’unico escamotage si configurerebbe in aggressioni preventive in caso di minaccia imminente. Far passare il provvedimento, comunque, sarebbe estremamente difficoltoso.