La Commissione proporrà un Cyber Solidarity Act per istituire un’infrastruttura europea di centri operativi di sicurezza (Soc) che scansioneranno la rete utilizzando tecnologie di intelligenza artificiale e individueranno i segnali deboli degli attacchi.
“Oggi ci vogliono in media 190 giorni per rilevare un attacco cyber sofisticato. Dobbiamo ridurre drasticamente questo tempo a poche ore. A tal fine, tra poche settimane, la Commissione proporrà un Cyber Solidarity Act per istituire un’infrastruttura europea di centri operativi di sicurezza (Soc) che scansioneranno la rete utilizzando tecnologie di intelligenza artificiale e individueranno i segnali deboli degli attacchi. Questa infrastruttura comune europea di rilevamento avanzato costituirà un vero e proprio scudo informatico europeo e sarà una sorta di ‘cupola di protezione europea’. Sarà, per così dire, il nostro Cyber Galileo. Ma oltre ai Soc, dobbiamo anche rafforzare la sicurezza e la resilienza delle nostre infrastrutture critiche. A tal fine, stiamo allestendo, in collaborazione con gli Stati membri, scenari di attacco e test di penetrazione”.
Lo ha detto Thierry Breton, commissario per il Mercato interno, intervenendo a Lille al Forum internazionale sulla sicurezza informatica.
“L’Europa deve attrezzarsi meglio per affrontare un attacco grave. Dobbiamo scambiare più informazioni tra di noi, creare una vera capacità operativa per la gestione congiunta delle crisi e gettare le basi per una vera solidarietà europea e per l’assistenza reciproca. Questo è il senso del meccanismo di emergenza informatica che sarà incluso anche nell’imminente legge sulla solidarietà informatica”, ha aggiunto il commissario.
“Così come esiste una protezione civile in caso di calamità naturale, deve esistere una protezione civile per il cyber che possa essere attivata in caso di attacco informatico a uno Stato membro o a un’entità. Il braccio reattivo, quindi, oltre alla cooperazione tecnica attraverso la rete Csirt e alla cooperazione operativa attraverso Cyclone. Vogliamo quindi istituire – nell’ambito del Cyber Solidarity Act – una Cyber Reserve europea per coinvolgere, in anticipo, fornitori di servizi privati certificati e fidati per sostenere qualsiasi sforzo di difesa di fronte a un attacco, traendo così insegnamento da quanto sta accadendo in Ucraina. Questa riserva sarà pronta a intervenire su richiesta di qualsiasi Stato membro che richieda solidarietà di fronte a un attacco”, conclude Breton.