Secondo una ricerca di Symantec, nel quarto trimestre il criptojacking è aumentato di 85 volte rispetto al trimestre precedente. E gli hacker ringraziano
C’è una vecchia frase che ogni tanto torna di moda: “Follow the money” (“Segui i soldi”). Si tratta di una delle frasi più celebri di “Tutti gli uomini del presidente”, un film che racconta lo scandalo Watergate che ha portato alle dimissioni da Presidente degli Stati Uniti di Richard Nixon.
Queste tre parole vengono ripetute spesso anche a oltre quaranta anni di distanza e servono per capire come si muove il mondo.
Prendiamo ad esempio il settore della sicurezza informatica. Per capire quali sono e quali saranno i pericoli maggiori per utenti e aziende, basta “seguire i soldi”. Qual è uno degli argomenti su cui si è maggiormente discusso negli ultimi mesi e che ha riguardato sia il mondo della finanza sia quello dell’economia? I Bitcoin. La criptovaluta ha conosciuto negli ultimi mesi del 2018 una crescita paurosa, arrivando a sfiorare un valore di 20.000 dollari.
I pirati informatici hanno trovato immediatamente il modo di poter guadagnare dal mondo delle criptovalute. E come loro abitudine in modo illecito. Gli hacker hanno sviluppato dei programmi che si installano all’interno dei siti internet e sfruttano i dispositivi degli utenti per generare Bitcoin. Il processo è molto più semplice di quello che può sembrare: bastano pochi minuti a un pirata informatico per inserire questi software all’interno di un sito web e iniziare a guadagnare. Questa pratica viene chiamata criptojacking ed è considerata il pericolo numero uno per la sicurezza informatica degli utenti. Secondo l’ultimo report di Symantec nel quarto trimestre del 2017, il criptojacking è aumentato di 85 volte rispetto al trimestre precedente, obbligando le aziende di sicurezza informatica a realizzare degli aggiornamenti ad hoc per mettere un freno agli hacker.
Criptojacking, i numeri di Symantec
I dati diffusi da Symantec nel suo ultimo report sono drammatici: il cryptojacking continua a diffondersi all’interno dei siti web e nulla sembra poterlo fermare. In tutto il 2017 è cresciuto del 34.000%, numeri che non si vedevano da moltissimi anni nel mondo della sicurezza informatica. Oramai gli hacker riescono a infettare anche i siti più frequentati dagli utenti, senza che i webmaster riescano a scoprire la presenza dei programmi maligni sopra i loro siti.
Per quale motivo il criptojacking è una pratica così diffusa tra gli hacker? Perché ha costi di sviluppo molto bassi (basta sviluppare poche righe di codice), è semplice da utilizzare e soprattutto garantisce una resa molto elevata. In una settimana è possibile guadagnare migliaia di euro senza alcuno sforzo. L’altro grande vantaggio del criptojacking è che gli utenti sono ignari di essere sfruttati per produrre criptomonete: non viene installato nessun malware sullo smartphone o sul computer e sapere che il sito web è stato infettato è praticamente impossibile. Gli unici segnali riguardano dei rallentamenti da parte del proprio dispositivo e un anomalo riscaldamento della batteria.
Come fermare il criptojacking
Gli hacker si fermeranno a realizzare questo tipo di software quando generare Bitcoin e le altre criptomonete non sarà più redditizio. Nonostante il calo avuto dal mercato delle criptovalute in questi mesi, per gli hacker è ancora profittevole investire tempo e denaro nello sviluppo di programmi per il criptojacking. L’unica speranza è riposta nelle aziende che sviluppano antivirus: passi in avanti sono stati fatti, ma non sono ancora sufficienti.