Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: “Il nostro Paese gioca un grande ruolo in questo settore che genera uno sviluppo trainante con enormi ricadute economiche e sociali”.
“Lo spazio è un orizzonte comune, luogo di collaborazione e scambio tra scienziati. La gestione responsabile delle sue risorse deve essere un modello per proteggere la Terra e garantire prosperità alle future generazioni. È il momento di adottare una regolamentazione multilaterale, coinvolgendo attori pubblici e privati: l’Italia ha già fatto la sua parte, presentando in Parlamento la prima legge quadro sullo spazio che speriamo possa essere di ispirazione al nuovo Regolamento europeo”.
Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo alla cerimonia di apertura dell’International Astronautical Congress (Iac) a Milano.
“Il nostro Paese gioca un grande ruolo in questo settore che genera uno sviluppo trainante con enormi ricadute economiche e sociali. La scelta di Milano come sede dell’International Astronautical Congress 2024 non è causale: Milano è la città che coniuga da sempre innovazione e tradizione; rappresenta l’eccellenza dello spirito italiano che guarda con determinazione al futuro senza dimenticare le radici del suo passato. È un tributo alle capacità del nostro Paese che è riuscito ad affermarsi come protagonista delle tecnologie spaziali sin dagli anni ’60”, ha aggiunto il titolare del Mimit. Il nostro Paese è riuscito ad affermarsi come protagonista delle tecnologie spaziali già sin dagli Anni 60. Noi ci presentiamo a questo meeting con la prima legge nazionale sullo spazio, che abbiamo presentato in Parlamento e che proprio martedì inizierà l’iter alla Camera dei Deputati. L’obiettivo “è varare il provvedimento entro la fine dell’anno”, ha aggiunto il ministro.
Space economy, Urso: “Serve collaborazione pubblico-privato”
“La collaborazione multilaterale in ambito spaziale deve essere un esempio e un modello. Questa collaborazione deve coinvolgere anche il mondo delle imprese e della ricerca. Imprese e centri di ricerca sono il motore dell’innovazione e grazie alle loro tecnologie spaziali trovano applicazione nei settori più diversi, contribuendo a trasformare in meglio la nostra società. In questo contesto – ha sottolineato – abbiamo bisogno di una regolamentazione sia multilaterale che nazionale capace di garantire sicurezza, sostenibilità e sviluppo. L’Italia ha fatto la sua parte, abbiamo presentato in Parlamento la legge quadro sullo Spazio e speriamo che possa essere di ispirazione al prossimo regolamento europeo sullo Spazio”.
Quindi ha aggiunto: “Il modo in cui gestiamo le risorse spaziali, come proteggiamo il suo ambiente deve essere un modello per affrontare la complessità del mondo di oggi mantenendo lo Spazio come patrimonio comune dell’umanità”. Lo Spazio, quindi, “come un laboratorio che guidi lo sviluppo sostenibile del nostro pianeta in modo da garantire prosperità e sicurezza alle nuove generazioni”. L’auspicio per il ministro “è che questo congresso possa rafforzare la collaborazione per tutti noi e aprire nuove prospettive di dialogo in cui lo Spazio continua ad essere un potente elemento di crescita per l’intera umanità”.
Cingolani (Ad Leonardo): “È in corso un nuovo rinascimento e lo Spazio è il volto di questa rinascita”
“È in corso un nuovo rinascimento e lo Spazio è il volto di questa rinascita. Tanti Paesi hanno partecipato all’apertura dell’International Astronautical Congress e questo rappresenta una speranza: la pace potrà essere più facile nello spazio che sulla Terra”, ha detto l’ad di Leonardo ed ex ministro per la Transizione verde Roberto Cingolani.
Cingolani, nel suo intervento, ha toccato quattro punti principali: la sostenibilità, una collaborazione possibile nello spazio, un rinascimento tecnologico che si sviluppa anche attraverso la partnership pubblico-privato e per ultimo, l’introduzione di tecnologie digitali in fase di progettazione. “È la prima volta che stiamo entrando in una nuova era tecnologica che tenga della sostenibilità – ha spiegato – I Paesi non hanno molta voglia di parlare dei loro business sulla terra, ma parlano volentieri di quello che vogliono fare nello spazio” ricordando infine che Leonardo “è un immenso laboratorio per le tecnologie in via di sviluppo”.
L’Italia e lo Spazio: investimenti per 7,2 miliardi di dollari
Per il ministro Urso la Space economy è uno dei settori del futuro per il made in Italy. Da qui al 2026 il Governo ha annunciato la messa in campo di 7,2 miliardi di euro, tra progetti dell’agenzia spaziale europea e dell’agenzia spaziale italiana, fondi nazionali e fondi del PNRR.
“Una massa di risorse significative”, aveva detto il ministro durante gli Stati Generali della Space Economy lo scorso 13 settembre, “per far diventare il nostro Paese leader nel settore”.
Spazio: i numeri in Italia e nel mondo
Ad oggi sono 415 le aziende italiane attive nell’industria spaziale, un comparto che vale 3 miliardi di euro e che è destinatario entro il 2027 di 7,5 miliardi di investimenti. La filiera spaziale italiana, che impiega oltre 11 mila lavoratori, rappresenta per dimensioni delle imprese che ne fanno parte, uno spaccato peculiare del tessuto produttivo italiano: il 6% di esse sono aziende di grandi dimensioni, il 90% Pmi e il restante 4% comprende piccole startup impegnate nella ricerca e nell’innovazione.
A livello mondiale il comparto Space Economy vale oltre 630 miliardi di dollari, con una previsione di crescita del 9% annuo composto fino al raggiungimento di 1.800 miliardi di dollari entro il 2035.