Il Patto per il Futuro siglato dall’ONU sottolinea anche l’importanza della sostenibilità spaziale, riconoscendo che l’uso crescente dello spazio deve essere gestito attentamente per prevenire detriti, esaurimento delle risorse e altri rischi ambientali a lungo termine che potrebbero mettere a repentaglio il futuro delle attività spaziali.
Le tecnologie digitali hanno trasformato profondamente la società offrendo opportunità senza precedenti e nuove sfide. Se usate in modo improprio o malevolo, possono alimentare divisioni all’interno dei Paesi e tra di essi, aumentare l’insicurezza, minare i diritti umani ed esacerbare le disuguaglianze.
Per questo motivo i leader mondiali di 192 Paesi hanno adottato il Patto per il futuro che comprende il Patto digitale globale e una Dichiarazione sulle generazioni future in occasione del Summit per il futuro convocato dall’Onu a New York lo scorso 22 settembre.
Il Patto copre un’ampia gamma di temi, tra cui la pace e la sicurezza, lo sviluppo sostenibile, il cambiamento climatico, la cooperazione digitale, i diritti umani, il genere, i giovani e le generazioni future e la trasformazione della governance globale.
Scienza, tecnologia e soprattutto Spazio nel Patto per il Futuro
Ma il ruolo della tecnologia è centrale nel Patto per il Futuro, con l’adozione del Patto Digitale Globale, un allegato chiave all’accordo. Il patto mira a colmare il divario digitale globale garantendo l’accesso universale a internet entro il 2030, collegando scuole, ospedali e comunità. Promuove inoltre una governance responsabile delle tecnologie digitali, inclusi l’intelligenza artificiale e la gestione dei dati, con un focus sui diritti umani e la sostenibilità.
Il Patto per il Futuro ribadisce il ruolo cruciale del Comitato per gli usi pacifici dello spazio extra-atmosferico (COPUOS) e riconosce anche l’importanza crescente del settore spaziale, sottolineando la necessità di esplorazione e utilizzo spaziale sostenibili. Include impegni per rafforzare i quadri internazionali che governano lo spazio esterno, sottolineando la prevenzione di una corsa agli armamenti e garantendo che tutte le nazioni possano beneficiare dell’esplorazione pacifica e sostenibile dello spazio esterno.
Per il Patto anche di fronte all’aumento delle attività spaziali, l’Outer Space Treaty del 1967 rimane il vero pilastro del diritto internazionale spaziale. Al contempo, è stata proposta una conferenza per il 2027, la UNISPACE IV, ricordando l’importanza della cooperazione globale e del coinvolgimento di attori privati e civili per garantire sicurezza e sostenibilità nello spazio.
Spazio: 12 Paesi firmano la Carta Zero Detriti
Il patto sottolinea anche l’importanza della sostenibilità spaziale, riconoscendo che l’uso crescente dello spazio deve essere gestito attentamente per prevenire detriti, esaurimento delle risorse e altri rischi ambientali a lungo termine che potrebbero mettere a repentaglio il futuro delle attività spaziali.
I detriti sono un argomento molto sensibile quando si parla delle attività spaziali, in modo particolare in Europa. A maggio di quest’anno dodici Paesi europei hanno firmato la Carta Zero Detriti per rafforzare il ruolo dell’Europa come leader per uno spazio pulito.
Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Germania, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Svezia e Regno Unito si sono tutti impegnati ad aderire alla Carta. Più di 100 organizzazioni hanno già annunciato di voler sottoscrivere l’iniziativa comunitaria nei prossimi mesi.
“La Carta Zero Detriti segnala l’impegno costante dell’Europa come leader globale nella mitigazione e nella rimozione dei detriti spaziali, promuovendo l’azione collettiva di una vasta comunità di attori spaziali provenienti da tutto il mondo,” ha dichiarato Quentin Verspieren, coordinatore del programma Protect Accelerator and Space Safety dell’ESA. “L’impatto della promessa fatta oggi da questi dodici Paesi sulla sostenibilità delle nostre future attività nello spazio sarà immenso.”
“L’ESA si è impegnata per un approccio zero detriti, guidando una trasformazione interna completa verso pratiche più sostenibili,” aveva affermato Holger Krag, Responsabile dell’Ufficio per la Sicurezza nello Spazio dell’ESA. “Come parte dei suoi sforzi, l’ESA ha facilitato lo sviluppo, guidato dalla comunità, della Carta Zero Detriti, una fonte di ispirazione che unisce molti dei nostri partner in tutto il mondo dietro un obiettivo comune.”
Esa stima più di 1 milione di detriti spaziali
L’ESA stima che attualmente nell’orbita terrestre ci siano più di un milione di detriti spaziali con dimensioni superiori a un centimetro. Ognuno di questi oggetti è in grado di causare danni catastrofici alle infrastrutture spaziali. Se non verranno intraprese azioni rapide e decisive per migliorare la sostenibilità delle attività spaziali, la crescita esponenziale di questa popolazione di detriti rappresenterà un pericolo sempre maggiore per i satelliti e gli astronauti e potrebbe rendere alcune orbite completamente inutilizzabili.
L’approccio zero detriti dell’ESA è una revisione su larga scala da parte dell’Agenzia dei suoi requisiti interni di mitigazione dei detriti spaziali per diventare a impatto zero entro il 2030. L’approccio si baserà sulla tecnologia di mitigazione e rimozione dei detriti sviluppata nell’ambito del Programma dell’ESA per la Sicurezza dello Spazio.
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