La Germania si allinea agli altri principali stati europei e adotta nuove regole, più stringenti, per garantire la sicurezza delle reti 5G.
La Germania si allinea agli altri principali stati europei e adotta nuove regole, più stringenti, per garantire la sicurezza delle reti 5G. Il giro di vite arriva dopo due anni di dibattiti parlamentari sulla scia dell’allarme sicurezza lanciato in primo luogo dagli Usa nei confronti dei vendor cinesi, Huawei in testa.
La nuova legge che rafforza la Sicurezza IT 2.0 approvata dal Buntestag, restringe il perimetro delle aziende “inaffidabili” fornitrici di tecnologie 5G e impone agli operatori Tlc di notificare al governo tutti i contratti siglati che riguardano componenti 5G critiche. La nuova normativa, come il golden power di casa nostra, consente al governo tedesco di bloccare le commesse.
Berlino si adegua
Dopo anni di dibattiti parlamentari, Berlino si avvicina dal punto di vista legislativo a quanto già avviene a Londra, Parigi ma anche Roma dove le reti sono guardate molto da vicino.
Ma anche così, per applicare la normativa in Germania ci vorrà il via libera della politica. E in larga misura toccherà al prossimo governo, dopo la fine dell’era Merkel, decidere gli standard e i dettagli della legge. Le elezioni tedesche sono fissate per settembre.
“L’utilizzo di componenti critiche possono essere vietati se il fornitore è giudicato inaffidabile”, ha detto il ministro degli Interni Horst Seehofer al Bundestag.
Norme più severe
L’ultimo testo approvato in parlamento è più severo rispetto a precedenti versioni presentate dal governo a dicembre, e arriva dopo le critiche del legislatore all’operato di Angela Merkel su questo tema delicato.
Lo sorso anno i negoziati sul posizionamento tedesco nei confronti di Huawei sono rimasti per lo più in una fase di stallo. Nel frattempo Angela Merkel ha rafforzato i suoi rapporti con Pechino, siglando un accordo commerciali con la Cina per rispondere alle pressioni anti cinesi americane.
Più poteri al Ministero dell’Interno e meno all’Economia
Ad ogni modo, la versione finale della norma sul golden power attribuisce più poteri di bloccare i contratti 5G al ministero dell’Interno, ma ne toglie contestualmente al ministero dell’Economia, che in passato era sempre stato piuttosto morbido nei confronti di Huawei e altri player extra Ue.
Dopo la notifica, il ministero dell’Interno ha un periodo compreso fra due e quattro mesi per occuparsi del caso. Le componenti tecnologiche da usare per il 5G dovranno rientrare nei criteri fissati da Germania, Ue e Nato.