Un nuovo report del Nato Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence (CcdCoe), il centro Nato per la difesa dagli attacchi informatici situato in Estonia e che ha tra i suoi membri anche l’Italia, ha preso come oggetto di studio le strutture israeliane deputate alla sicurezza informatica e gli ultimi sviluppi in materia.
Il documento, intitolato ‘National Cyber Security Organization: Israel’ descrive una tendenza verso una maggiore trasparenza e un’innovazione istituzionale in atto nella sicurezza informatica del Paese.Nell’ultimo, spiega l’analisi, Israele è diventata sempre più una nazione all’avanguardia nell’innovazione digitale e nella cyber security. Infatti, l’implementazione di misure e istituzioni nazionali in materia di sicurezza cibernetica è avvenuta relativamente in anticipo e con maggiori vigore ed efficacia rispetto ad altri Paesi.
Le banche israeliane, le istituzioni finanziarie, le società di servizi pubblici e altre infrastrutture critiche sono tra quelle più frequentemente oggetto di attacchi cyber a livello mondiale.L’autrice dello studio, Deborah Housen-Couriel, sottolinea che “in generale, l’attuazione degli obiettivi e delle priorità nazionali in materia di cyber sicurezza in Israele è caratterizzata da una maggiore trasparenza pubblica, un’innovazione istituzionale e un investimento governativo sia negli obiettivi a breve sia a lungo termine”.
Israele è stato anche tra i pionieri della cooperazione nazionale multi-stakeholder in tema di sicurezza, con il coinvolgimento e l’interazione tra diversi attori come governo, università e settore privato. Ad ogni modo, per il Paese, la cooperazione nel campo della cyber security rappresenta secondo gli esperti un’estensione naturale del paradigma di collaborazione già esistente in altre aree.