Il ministro Marco Minniti annuncia in Parlamento una riforma della «architettura istituzionale»
Cyber-sicurezza, si cambia tutto. Il governo prende atto che la clamorosa inchiesta della procura di Roma sui fratelli Occhionero, e su quel virus informatico che aveva infettato il cellulare di Matteo Renzi come di tante altre personalità della politica, fino al presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, ha messo a nudo una debolezza strutturale dell’Italia. Perciò il ministro dell’Interno, Marco Minniti, in Parlamento ha annunciato interventi «che determineranno un salto di qualità nella difesa dei sistemi informatici italiani». Ci si prepara a modificare l’intera architettura istituzionale. «L’innalzamento degli standard di sicurezza cibernetica nazionale è uno degli impegni prioritari del governo, con un vero progetto di cyber-security».
Si prefigura un meccanismo molto diverso dall’attuale. Ci sarà sempre l’Agenzia per l’Italia Digitale ad occuparsi della tutela di siti istituzionali, aziende private e infrastrutture. Ma qualora ci sia un attacco cibernetico ai gangli dello Stato, fermo restando il ruolo centrale del presidente del Consiglio, crescerà il peso politico del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (in sigla, Cisr) che è una sorta di gabinetto di guerra con il premier e i titolari di Esteri, Interno, Difesa, Giustizia, Economia e Sviluppo Economico. Braccio operativo della cyber-security saranno i servizi segreti, ovvero il Dis (Dipartimento informazione e sicurezza) che al momento porta il volto del prefetto Alessandro Pansa.