Dopo l’attacco informatico che ha coinvolto le strutture lombarde San Giuseppe di Milano e l’Irccs Multimedica di Sesto San Giovanni, anche la Asl dell’Aquila ha dovuto fare i conti con i criminali informatici. Periodo nero per la sicurezza informatica della sanità italiana.
Non una bella settimana per la sicurezza informatica delle aziende sanitarie italiane. Dopo l’attacco informatico che ha coinvolto le strutture lombarde San Giuseppe di Milano e l’Irccs Multimedica di Sesto San Giovanni, anche la Asl dell’Aquila ha dovuto fare i conti con i criminali informatici.
Secondo quanto riporta Il Messaggero, ieri notte un attacco informatico ha interessato tutti i server della struttura sanitaria mandando in tilt da ieri il sistema informatico. Al momento, spiega il giornale, sono fuori uso i sistemi IT per fare richiesta di ricovero, per gli esami e non è stato possibile ovviamente avere i risultati degli esami di laboratorio dei pazienti ricoverati e neanche in rianimazione dove il monitoraggio deve essere assolutamente giornaliero.
La Asl, spiega il Messaggero, ha rassicurato l’utenza attraverso una nota dicendo che i dati sono al sicuro. La nota inviata dalla direzione sanitaria ha spiegato che è stata fatta un’analisi tecnica dagli esperti e dai tecnici riuniti in una task force sui server aziendali, definendo l’area da cui sono partiti i malware che hanno colpito i server. “Nessun dato sanitario – spiega la Asl – o sensibile è stato trafugato o perduto. L’archivio informatico è integro”. Spesso il sistema informatico della Asl è stato sotto la lente di ingrandimento per malfunzionamenti causando le proteste dell’utenza ma, in questo caso, il problema è stato molto più grande e non ascrivibile all’azienda.
Sanità: anche l’Ospedale San Martino di Genova sotto attacco
Secondo quanto riporta il Secolo XIX, questa notte l’ospedale San Martino di Genova è stato attaccato dagli hacker questa notte. L’Unità operativa dei sistemi informatici diretta dall’ingegner Nicola Rosso ha respinto l’attacco, con l’ausilio di Liguria Digitale. La difesa dei sistemi informatici è andata avanti tutta la notte, con la regia del manager Enrico Castanini.
Nunzia Ciardi (ACN): “Il settore sconta una mancanza di investimenti”
“La sanità rimane uno dei settori più esposti agli attacchi cyber”, ha confermato il Vice Direttore Generale, Nunzia Ciardi, intervenendo a Itasec, la conferenza sulla cybersicurezza in corso a Bari fino al 5 maggio. “Dal 2021 al 2022”, ha sottolineato “si è registrato un aumento del 138% degli attacchi a infrastrutture critiche. La sanità, settore molto delicato, è uno dei settori più colpiti. Negli ultimi mesi l’Agenzia ha lavorato a fianco degli ospedali di Milano e Alessandria, della Asl di La Spezia, presi di mira dagli hacker. Si tratta purtroppo – ha evidenziato – di un settore che sconta una mancanza di investimenti. Non c’è cultura per capire quanto sia importante investire per proteggere le nostre informazioni sensibili”.
In generale “nel 2022 gli attacchi cyber risultano in forte crescita rispetto all’anno precedente (+60%) – ha detto – quelli importanti, ad infrastrutture critiche, sono aumentati dell’80%. Uno dei fenomeni più insidiosi è il ransomware: dal 2019 al 2022 oltre il 450% in più”.
La crescita dell’esportazione italiana deve andare di pari passo con la crescita degli investimenti nel settore della cybersicurezza. “Da quello che ho letto c’è stata una crescita delle esportazioni dell’Italia, +43% in due anni – ha detto – Si tratta di 600 miliardi di euro, una fetta importante del Pil nazionale. Merito anche degli investimenti fatti sull’industria 4.0, sulla digitalizzazione delle imprese. Ma se questi sono gli effetti benefici della digitalizzazione, proporzionale deve essere l’impegno in cybersicurezza, perché ci sono anche tanti rischi”. In Italia, ha ricordato il Vice Direttore, “ci sono 51 milioni di persone connesse, oltre 43 milioni sono gli utenti dei social. Lo sviluppo è stato esponenziale e questo ci ha reso più indifesi perché non abbiamo avuto il tempo di metabolizzare una cultura della protezione”.
Ciardi ha concluso rimarcando quanto sia “fondamentale la collaborazione tra tutte le istituzioni per contrastare il cybercrime, anche tra pubblico e privati. L’ecosistema, soprattutto quello della sanità è fragile, per limitare i rischi bisogna ricercare l’autonomia tecnologica e formare professionalità in questo campo”.