Secondo la ricerca condotta da Accenture tre quarti delle aziende a livello mondiale non riescono a proteggersi adeguatamente. L’Italia non va malissimo ma potrebbe fare di più per la cybersecurity.
A livello globale la spesa per la sicurezza informatica nel 2015 è stata di 84 miliardi di dollari, valore che per gli analisti è destinato a crescere fino a 125 miliardi di dollari entro il 2020.
Secondo una recente indagine Accenture, la cybersecurity è all’attenzione del board aziendale per oltre il 70% delle aziende intervistate, sia per il suo impatto in termini finanziari che per le ricadute in termini di cultura aziendale.
Se da un lato le performance in termini di sicurezza informatica negli ultimi anni sono migliorate, dall’altro il cybercrime si sta evolvendo più velocemente di quanto le aziende non riescano a fare e sta diventando sempre più aggressivo e organizzato.
Per misurare l’efficacia delle attuali misure di sicurezza informatica e l’adeguatezza degli investimenti in essere, Accenture Security, ha coinvolto 2.000 professionisti in questo campo, in rappresentanza di aziende con un fatturato annuo di almeno un miliardo di dollari. L’analisi rivela che, a fronte dell’aumento della frequenza e della portata dei cyber- attacchi, quasi i tre quarti delle aziende (73%) a livello globale non riescono a identificare e proteggere al meglio i propri processi e gli asset aziendali più importanti.
A livello globale, l’azienda media dimostra di essere preparata solo in 11 dei 33 ambiti di cybersecurity analizzati e Solo il 9% delle aziende rivela performance elevate in più di 25 ambiti. L’Italia si colloca in undicesima posizione, prima di Norvegia,