Cambia la tendenza in UK: I ragazzi di oggi tendono più ad hackerare computer rispetto che a fumare, a drogarsi o a fare sesso
I ragazzi di oggi nel Regno Unito tendono più ad hackerare computer rispetto che a fumare, a drogarsi o a fare sesso. Il cambiamento di tendenza è stato rilevato da uno studio dello University College London (UCL), condotto tra i teenager di circa 14 anni nell’ambito del Millennium Cohort Study, secondo quanto riporta il The Telegraph. La ricerca ha stabilito che la maggior parte di loro ha effettuato un cyber attacco, invece di manifestare i tradizionali segni della ribellione giovanile: fare sesso o fumare regolarmente. Uno su 20 intervistati ha affermato di aver bucato un sistema nel 2017. Inoltre, l’1% ha confessato di aver inviato un virus. Del campione in UK, peraltro, solo il 2% dice di aver avuto rapporti sessuali e l’11% di questo ha spiegato che è stato di qualsiasi tipo. Infine, il 3% dei ragazzi afferma di fumare regolarmente e il 14 di averlo fatto almeno una volta.
La ricerca UCL: Le attività illegali di tipo tradizionali sono diventate meno comuni e popolari del cybercrime
La ricerca dello UCL stabilisce un dato importante. Almeno nel Regno Unito, le attività illegali di vecchio tipo sono diventate meno comuni del cybercrime tra i quattordicenni. Di questi meno del 3% ha fatto graffiti e il 4% sono stati coinvolti in atti di vandalismo. Inoltre, il 2% afferma di aver fatto parte di una banda e il 4% di aver rubato in un negozio negli ultimi 12 mesi. Invece, sono in aumento i cyber crimini, soprattutto tra i ragazzi, come ha rilevato un rapporto della National Crime Agency. L’età media dei malviventi informatici, infatti, è 17 anni contro i 20 di quelli “tradizionali”. E almeno i due terzi hanno cominciato ad hackerare prima di aver compiuto 16 anni. L’unico dato “old style” è che continuano a essere soprattutto i maschi a compiere reati cibernetici, rispetto alle ragazze in UK. Bucare computer per loro è diventata la sfida del momento.
I cyber attacchi sono diventati di moda. Lo conferma anche l’aggressione informatica subita dallo University College London nel 2017
D’altronde è in crescita e non solo nel Regno Unito l’interesse generale per tutto ciò che è legato all’hacking e all’ambito cyber. Ciò grazie al boom di attacchi informatici, avvenuti in tutto il mondo negli ultimi 2 anni e che sono stati ampiamente pubblicizzati sui media. La stessa UCL è stata vittima di una maxi aggressione cibernetica a giugno del 2017: un massiccio attacco ransomware, che ha colpito il sistema IT dell’ateneo e in particolare quello di gestione degli studenti. Peraltro, la compromissione della sicurezza informatica è avvenuta poco dopo la diffusione del ransomworm WannaCry, che ha paralizzato il Sistema sanitario nazionale (NHS) UK. Nell’ultimo caso, però, il vettore sono state alcune email phishing che contenevano link o allegati malevoli i quali sfruttavano vulnerabilità 0-day.
L’articolo del Telegraph sulle ultime tendenze “cyber” dei giovani in Gran Bretagna