Tra le minacce più pericolose per la sicurezza informatica delle aziende, i ransomware occupano sicuramente una delle prime posizioni. Gli attacchi globali WannaCry e Petya sono gli esempi più eclatanti di quanto devastanti possano essere i ransomware per la stabilità e il futuro dell’impresa.
Akami, un’importante società specializzata in servizi cloud, in un recente report sulla cybersecurity, sostiene che i malware hanno generato danni alle aziende per 4 miliardi di dollari. In cima alla lista dei virus che hanno provocato più danni ci sono proprio i ransomware WannaCry e Petya. Come ormai è noto, il primo è comparso a maggio, infettando centinaia di migliaia di computer in brevissimo tempo. A farne le spese sono state soprattutto le aziende, costrette a fare i conti con il ricatto degli hacker e con il disagio creato dal ransomware. Alcune settimane dopo, le imprese sono state nuovamente attaccate da Petya, un altro ransomware.
Danni molto salati
Il prezzo da pagare per le aziende colpite dai due ransomware è stato, dunque, salato. Gran parte dei soldi sono stati utilizzati per ripristinare i sistemi informatici, saltati a causa degli attacchi. Entrambi i malware, infatti, hanno bloccato i computer, criptando i dati e chiedendo in cambio il pagamento di un riscatto. WannaCry e Petya hanno provocato danni economici alle aziende anche rallentando o fermando completamente la produzione.
Poche le aziende che hanno deciso di sottostare al ricatto e pagare la somma richiesta dagli hacker. Tranne il caso di una società di web hosting sudcoreana, che pur di tornare in possesso dei dati oscurati dal malware Erubus, ha versato agli hacker un 1 milione di dollari, nella maggior parte dei casi, come affermano molte ricerche, si è trattato solo di piccole cifre