La crescente diffusione di cyberattacchi sempre più sofisticati, che negli ultimi anni hanno colpito una vasta gamma di obiettivi sensibili a livello mondiale, sta spingendo molti Paesi ad adottare strategie specifiche e a rafforzare la cooperazione reciproca per affrontare e mitigare gli impatti.
Impatti che riguardano per lo più la sicurezza delle infrastrutture critiche nazionali, la sicurezza delle informazioni di aziende, governi e singoli cittadini per preservare i potenziali danni di natura economica, sia a livello microscopico, ad esempio di singola azienda, che a livello di sistema Paese, con reali conseguenze sul Pil nazionale.
Ma quali sono i Paesi meglio preparati a contrastare gli attacchi informatici? Secondo la ricerca condotta dal sito Comparitech.com, nessun paese è “al vertice mondiale” a livello di sicurezza informatica, anzi. Lo studio ha messo messo in evidenza che tutte le nazioni analizzate (60) potrebbero apportare miglioramenti significativi in ambito cyber.
La metodologia usata nella ricerca ha esaminato e preso in considerazione sette criteri di 60 Paesi diversi, dividendoli in:
- Percentuale di dispositivi mobili infettati da malware: software progettati per ottenere l’accesso non autorizzato, distruggere o interrompere il sistema di un dispositivo
- Percentuale di computer infettati da malware: software progettati per ottenere l’accesso non autorizzato, distruggere o interrompere il sistema di un computer
- Numero di attacchi di malware al settore finanziario: programmi maligni creati per rubare i soldi degli utente dal conto bancario
- Percentuale di attacchi telnet (per Paese di origine) – la tecnica utilizzata dai criminali informatici per indurre le persone a scaricare una varietà di tipi di malware
- Percentuale di attacchi da parte di cryptominer – software sviluppato per prendere il controllo del computer di un utente e utilizzare le sue risorse per estrarre criptovaluta (senza il permesso dell’utente)
- I Paesi meglio preparati a contrastare per gli attacchi informatici
- I Paesi con la legislazione più aggiornata
I Paesi meglio preparati per gli attacchi informatici sono stati valutati usando i punteggi dell’Indice Globale di Cybersecurity (GCI). La legislazione è stata valutata in base alla legislazione esistente (e alle bozze) che copre sette categorie (strategia nazionale, militare, contenuto, privacy, infrastrutture critiche, commercio e criminalità). I Paesi hanno ricevuto un punto per una legislazione in una categoria e mezzo punto per una bozza.
Per ogni criterio è stato assegnato un punto in base al luogo in cui si è classificato tra i paesi con il punteggio più alto e quelli con il livello più basso. Le nazioni con il livello cyber-safe meno sicuro sono stati assegnati 100 punti, mentre quelli con i punteggi cyber-safe più alto sono stati assegnati zero punti.
Il punteggio totale è stato raggiunto calcolando la media dei punteggi di ciascun paese nelle sette categorie.
Qual è il Paese con la peggiore cybersecurity al mondo?
Secondo lo studio l’Algeria è il paese meno sicuro al mondo. È stata la nazione con il punteggio più alto per mancanza di una legislazione adeguata e l’alta percentuale di attacchi malware mobile e scarsa preparazione a contrastare gli attacchi informatici.
Altri Stati con un punteggio alto risultano essere Indonesia, Vietnam, Tanzania e Uzbekistan.
Alcuni Paesi sono andati male in una categoria, ma hanno fatto meglio di altri, migliorando il loro punteggio complessivo. Ad esempio la Germania è la peggiore per attacchi malware nel settore finanziario, mentre la Cina ha la percentuale più alta di attacchi telnet.