Joshua Adam Schulte è stato dichiarato colpevole di spionaggio e altre imputazioni in quella che l’agenzia statunitense di intelligence per l’estero ha definito una “Pearl Harbor digitale”. Di fatto, la più rilevante violazione di dati nella storia della CIA.
“Schulte ha tradito il suo Paese commettendo alcuni dei crimini di spionaggio più sfacciati e atroci della storia americana”. E ancora, “ha causato danni indicibili alla nostra sicurezza nazionale nella sua ricerca di vendetta contro la CIA per la risposta alle sue violazioni della sicurezza mentre lavorava lì”. Così in una nota il procuratore di New York, Damian Williams in riferimento all’ex funzionario della CIA, Joshua Adam Schulte, che il giudice distrettuale Jesse Furman ha condannato a 40 anni di carcere per spionaggio. L’uomo è imputato di pirateria informatica, oltraggio alla corte, false dichiarazioni nei confronti dell’Fbi, pornografia infantile. Schulte, che era già stato arrestato nell’agosto 2017, ha sempre rigettato le accuse nei suoi confronti.
WikiLeaks: la più rilevante fuga di dati nella storia della CIA
L’accusa è di aver consegnato documenti riservati e altro materiale a WikiLeaks, l’organizzazione internazionale fondata dal giornalista australiano Julian Assange nel 2006 che riceve (e diffonde) in forma anonima documenti di ogni tipo protetti dal segreto di stato. Il 35enne Schulte è stato giudicato colpevole di aver fornito a WikiLeaks – mediante strumenti anonimizzati come il sistema operativo Tails e il browser Tor – 8.761 documenti e materiali riservati (meglio conosciuti come il leak di Vault 7).
C’è di più. Secondo la procura di New York, Schulte si sarebbe anche impossessato di strumenti informatici che la CIA utilizza per hackerare gli smartphone. Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ritiene che quella compiuta dal 35enne (impiegato presso l’unità d’élite della CIA che si occupa di hackeraggio dal 2012 al 2016, dopo aver lasciato il lavoro ha preso a “girare” i documenti top secret a WikiLeaks, che ha iniziato a pubblicare i dati classificati nel marzo 2017) sia la più grande violazione di documenti nella storia dell’agenzia statunitense di intelligence per l’estero.
Per il procuratore Williams, è senza dubbio una delle fughe di documenti più “sfacciate” nella storia del paese. Che, di conseguenza, ha esposto operazioni di sorveglianza nei confronti di governi stranieri e supposti gruppi terroristici, soprattutto attraverso azioni malevole e tattiche come certificati digitali falsificati.
Agenzie chiamate a correggere centinaia di vulnerabilità
Il caso che vede coinvolto Joshua Adam Schulte pone all’attenzione a una serie di argomenti più ampi. In particolare, sulla cybersicurezza dei dati sensibili e sulla responsabilità dei professionisti che lavorano all’interno delle agenzie governative. Tornando indietro con la memoria, a metà giugno 2023 un cyber attacco globale di probabile matrice russa ha messo in allerta diversi Governi, tra cui Washington.
Secondo la CNN sono diverse le agenzie governative degli Stati Uniti che hanno registrato violazioni di sistemi e sottrazione di dati. Le stesse agenzie federali statunitensi sono chiamate a correggere centinaia di vulnerabilità a livello di sicurezza informatica e, in parallelo, a considerare i principali rischi di intrusioni dannose nei sistemi informatici del Governo.