Nelle parole del direttore dell’Fbi, Christopher Wray, l’indagine internazionale rappresenta una “novità assoluta” in tema di “bot farm di social media potenziata dall’intelligenza artificiale generativa e sponsorizzata dalla Russia”. Individuati 968 profili fake.
Un’operazione internazionale guidata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha demolito la rete di bot russa Meliorator su X (già Twitter), costituita da circa mille profili falsi creati con l’intento di veicolare la propaganda del Cremlino. Disinformazione che, riporta SecurityWeek, veniva diffusa verso gli Stati Uniti, Israele, la Germania, la Polonia, la Spagna, i Paesi Bassi e l’Ucraina. Nel documento processuale State-sponsored russian media leverages meliorator software for foreign malign influence activity pubblicato dall’Internet Crime Complaint Center, la divisione del Federal Bureau of Investigation che riguarda sospette attività criminali online, il Dipartimento di Giustizia ammette che l’iniziativa va ascritta a un vicedirettore di RT, ex Russia Today, di proprietà del Cremlino.
Per il governo Usa, l’operazione segna una rilevante vittoria contro le campagne di fake news volte a condizionare l’opinione pubblica mondiale attraverso i social media. Semaforo rosso, dunque, nei confronti di false narrazioni e campagne malevole russe nell’ambito di un’operazione che, ammette il direttore dell’Fbi, Christopher Wray, costituisce una “novità assoluta”. L’obiettivo di Mosca, afferma ancora, “era quello di insidiare i nostri partner in Ucraina e influenzare le narrazioni geopolitiche favorevoli al governo russo”.
Bot farm russa potenziata dall’AI
Software avanzato che consente di generare e gestire bot su larga scala, Meliorator – che fino a giugno operava solo sull’ex Twitter, ma dalle analisi dei cybersperti emerge che le funzionalità del software potevano essere agevolmente estese ad altri social network – è stato progettato per creare account social media realistici, ragione per cui ha agevolato la diffusione di fake news sulla piattaforma X.
Il software avrebbe consentito a RT di ampliare le sue operazioni di propaganda bypassando i “tradizionali” canali tv e raggiungendo (con facilità) un pubblico mondiale. In particolare, secondo l’Fbi il software avanzato Meliorator è stato progettato con l’obiettivo di creare sui social media “personalità autentiche”, permettendo la propagazione della disinformazione e supportando la Russia nel tentativo di inasprire le ostilità e alterare l’opinione pubblica. E ancora, che il programmatore responsabile ha usato identità fittizie e ha acquistato un dominio statunitense tramite bitcoin per approntare la rete di bot.
IA generativa a scopo di estorsione
Non solo intelligenza artificiale e aumento delle fake news online. L’Fbi, spiega in un comunicato, “continua a ricevere segnalazioni da vittime, compresi minori e adulti non consenzienti, le cui foto o video sono stati alterati in contenuti espliciti”. Aggiungendo di aver ricevuto “oltre 7.000 segnalazioni nel 2022 di estorsione online che prendevano di mira i minori, con un aumento delle vittime di cosiddette truffe di “sextortion” che utilizzano deepfake”.
Sono sempre di più, dunque, i cybercriminali che utilizzano l’IA generativa a scopo di estorsione. Per essere più precisi, ammonisce ancora il Federal Bureau of Investigation (che lo scorso febbraio, in sinergia con la National Security Agency e il Cyber Command degli Stati Uniti, ha diffuso un avviso sull’uso malevolo dei router di Ubiquiti), “gli attori malintenzionati utilizzano tecnologie e servizi di manipolazione dei contenuti per sfruttare foto e video – solitamente acquisiti da account di social media di un individuo, internet aperto o richiesti alla vittima – in immagini a tema sessuale che sembrano realistiche e somiglianti alla vittima, per poi diffonderle sui social media, sui forum pubblici o sui siti pornografici”.