L’utilizzo dei ROV, mezzi cacciamine con una grande capacità di ispezione dei fondali, è mirato al controllo delle infrastrutture strategiche presenti sul fondo del mare, sempre più in allarme di fronte l’escalation della guerra in Ucraina.
Il 2 ottobre scorso è iniziata l’esercitazione Mare Aperto, seconda edizione annuale del maggior evento addestrativo della Marina Militare, che vede impegnate forze appartenenti a 5 nazioni Nato tra navi e sottomarini, velivoli, elicotteri, oltre ai reparti anfibi della Brigata Marina San Marco, gli incursori e subacquei del Comsubin.
In mare, sotto la superficie del mare, per aria e su terra saranno impiegati circa 4.000 militari e più di 45 unità tra navi e sottomarini.
Le Forze della Squadra Navale si eserciteranno fino al 27 ottobre, insieme a quelle dell’Alleanza Atlantica e di alcune Marine estere, operando negli spazi marittimi compresi tra Adriatico, Ionio, Tirreno e Canale di Sicilia. Un complesso e articolato contesto addestrativo, sviluppato anche nelle dimensioni innovative e sempre più importanti dello spazio e della cyber-security.
L’esercitazione, diretta dal Comando in capo della Squadra Navale imbarcato sulla portaerei Cavour, vedrà l’evoluzione di uno scenario realistico progettato in continuità con quello dell’edizione precedente. Le forze in campo – sotto la guida degli staff delle diverse Divisioni Navali, della Brigata Marina San Marco e dei Comandi delle Componenti Specialistiche della Marina – si cimenteranno in attività di combattimento ad alta intensità, lotta contro minacce convenzionali e asimmetriche, raid su siti costieri d’interesse, sicurezza marittima, controllo e bonifica dei fondali, prevenzione e contrasto di traffici illeciti.
I ROV per difendere gasdotti e cavi sottomarini
Le esplosioni ai due importanti gasdotti Nord Stream che collegano la Russia all’Europa hanno fatto sì che le preoccupazioni si riversassero in tutto ciò si trovi sott’acqua: tra questi gasdotti ma anche cavi internet sottomarini.
Secondo quanto riporta IlSole24ore, la Marina Militare si starebbe esercitando con Multipluto, un ROV (remote operated vehicle) in grado di andare tra i 2mila e i 4mila metri di profondità. In azione da giorni insieme al Pluto Gigas: più grande, pesa 600 chili, il Multipluto soltanto 50 kg.
L’utilizzo dei ROV, mezzi cacciamine con una grande capacità di ispezione dei fondali, è mirato al controllo delle infrastrutture strategiche presenti sul fondo del mare, sempre più in allarme di fronte l’escalation della guerra in Ucraina.
Proprio ieri il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, al simposio internazionale delle Marine in corso a Venezia, ha rilevato come “assume rilevanza la dimensione underwater per la presenza di infrastrutture critiche civili come i corridoi per l’approvvigionamento energetico e i cavi di trasmissione dati. Sempre più vulnerabili e sempre più meritevoli di attenzione”.