“Stiamo lavorando per adeguare nel più breve tempo possibile e nel migliore dei modi il nostro sistema di difesa cibernetico alle mutate e sempre nuove esigenze nazionali e soprattutto internazionali”, ha dichiarato il sottosegretario Mulè.
Il Sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè ha seguito dal vivo l’esercitazione Locked Shields 2022, la più grande e complessa attività di esercitazione al mondo nel campo della cyber defence organizzata dal Centro di eccellenza della Nato con sede a Tallinn (Estonia) che quest’anno vede la partecipazione di oltre 2.000 rappresentanti di 33 nazioni.
Per la prima volta sono stati impiegati sistemi di comunicazione a banda 5G e coinvolti i servizi bancari sempre più interessati alla sicurezza cibernetica. Lo scenario riproduce una situazione reale: la missione consiste nel difendere un’infrastruttura complessa vittima di attacchi cyber.
L’esercitazione di quest’anno arriva nel mezzo della guerra in corso in Ucraina, in cui l’hacking ha avuto un ruolo costante, anche se relativamente debole, nell’invasione della Russia. Gli hacker sponsorizzati dallo stato russo sono stati accusati di aver attaccato le agenzie governative ucraine e di aver tentato di violare la rete elettrica. Anche le aziende ucraine sono state oggetto di regolari attacchi informatici, secondo funzionari del governo. Il governo ucraino, da parte sua, ha aiutato a organizzare il lavoro di un gruppo di hacker che ha condotto attacchi informatici in Russia.
Locked Shields, Mulè: “L’esercitazioni sono occasioni uniche perché consentono di testare le capacità e la vulnerabilità delle proprie tecnologie”
“Esercitazioni internazionali in campo cibernetico come la Locked Shields in corso per l’Italia al Comando per le Operazioni in Rete della Difesa sono occasioni uniche perché consentono di testare le capacità e la vulnerabilità delle proprie tecnologie“, ha detto il sottosegretario alla Difesa Mulè a margine della visita.
“Stiamo lavorando per adeguare nel più breve tempo possibile e nel migliore dei modi il nostro sistema di difesa cibernetico alle mutate e sempre nuove esigenze nazionali e soprattutto internazionali. È dunque importante coinvolgere in queste iniziative il mondo civile coniugandolo con quello militare e dell’intelligence”.
“Le capacità che la Difesa sta dimostrando sul campo coordinando oltre cento uomini in un’esercitazione di altissimo livello al mondo costituisce la migliore assicurazione per il Paese di saper rispondere con efficienza alla minaccia cibernetica. Su questa strada bisogna continuare riconoscendo alla Difesa questo straordinario e unico know-how maturato in ambito internazionale nel quadro delle attività della neonata agenzia per la cybersicurezza nazionale”, ha concluso.