L’attacco ransomware al Gruppo Teddy e il cyber risk per le aziende di moda e abbigliamento

Il gruppo italiano tra i leader internazionali nel settore dell’abbigliamento è stato colpito da un attacco informatico che ha provocato il blocco dei server, con ripercussioni sul canale e-commerce. “Infrastruttura dell’azienda messa sotto protezione”, comunica Teddy.

Attacco ransomware al Gruppo Teddy, come spiega “l’azienda di moda dal cuore italiano” che nel 2011 ha compiuto mezzo secolo. Il Resto del Carlino scrive che l’importante gruppo della moda e dell’abbigliamento con sede a Rimini – presente (retail e whosale) in 79 Paesi – ha illustrato in una nota quanto segue: “Un gruppo di hacker ha lanciato un attacco ransomware sul nostro server. Con questa tipologia di attacco in genere gli hacker, attraverso un programma informatico dannoso, causano il blocco dell’accesso ai file contenuti nel server e richiedono il pagamento di un riscatto per ottenere la liberazione”.

Aggiungendo così: “Nel nostro caso, tuttavia, non è pervenuta nessuna richiesta di riscatto”. Il cyberattacco ha dunque provocato il blocco del server con importanti echi sulle vendite online e alla logistica presso il Centro di distribuzione dell’azienda (“certificato Leed Gold, una delle più autorevoli certificazioni a livello internazionale”, riporta il sito di Teddy) di Gatteo a Mare, provincia di Forlì-Cesena.

Minaccia circoscritta e nessuna richiesta di riscatto

Attivando le apposite procedure di sicurezza, l’azienda riminese di respiro internazionale (titolare dei brand Terranova, Rinascimento, Calliope e QB24) è tornata, pur in modo graduale, alla normale operatività. Dopo aver rilevato l’attacco informatico, sono stati isolati i sistemi interessati e, in parallelo, allertate le autorità preposte. “Grazie alle azioni intraprese e ai protocolli di sicurezza, siamo riusciti a contenere la minaccia e a prevenire la perdita di dati, mettendo sotto protezione l’infrastruttura della nostra azienda”.

All’atto pratico, dopo aver sospeso le vendite online, Teddy – che nel 2023 ha raggiunto 841 negozi rispetto a 803 nel 2022 ed ha un fatturato consolidato pari a 672,5 milioni di euro – ha effettuato una bonifica generale della struttura informatica dell’azienda e dei suoi dispositivi. Riprese tutte le attività ordinarie del gruppo che occupa complessivamente 3.464 persone (di cui il 70% in Italia).

Il fascino della moda attrae il cybercrime

L’attacco ransomware a Teddy ripropone il triplice tema di protezione dei dati sensibili, danno di immagine e reputazione che riguarda le aziende italiane che dominano i mercati globali. I referenti del gruppo riminese spiegano che già da qualche anno l’azienda ha incrementato gli investimenti in cybersecurity e proseguirà a farlo, con l’intento di prevenire futuri attacchi cibernetici, sempre più all’ordine del giorno a livello globale.

Nel 2021, Luxottica ha confermato il data breach ai danni di un fornitore terzo; la più grande azienda di occhiali al mondo produttrice di montature e lenti per occhiali da vista e da sole spiegava che uno dei suoi partner aveva subìto una violazione dei dati, esponendo le informazioni personali di 70 milioni di clienti. Secondo il “Data Breach report 2023” a cura di Identity Theft Resource Center, lo scorso anno in materia si è registrato un incremento del 72% delle violazioni dei dati rispetto al 2021, che in precedenza aveva registrato il maggior numero di casi registrati. Complessivamente si tratta di 3.122 violazioni con circa 350 milioni di vittime.

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