La GdF ha raccontato a Cybersecurity Italia i dettagli della sofisticata indagine tecnica.
Dall’altra parte del telefono si sente la soddisfazione per aver sgominato un black market gestito da italiani nel dark web, a cui anche i minori avrebbero potuto accedere per acquistare stupefacenti o altre merci illegali. È la stessa Guardia di Finanza a raccontare a Cybersecurity Italia i dettagli della sofisticata indagine tecnica con cui il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Brescia, ha reso non più operativo il noto DeepSea, la piattaforma di vendita nel dark web di ogni genere di merce illegale, tra cui:
- carte di credito clonate.
- servizi relativi ai cosiddetti “Bank Drops”: un intermediario si offre di effettuare una transazione dal suo conto corrente ‘pulito’ a quello indicato dal cliente, dietro pagamento di una commissione.
- template per produrre false carte d’identità.
- farmaci e sostanze stupefacenti suddivisi in: cannabis e hashish, psicofarmaci, farmaci, ecstasy, oppioidi, oltre alla cocaina e all’eroina.
- Infine, 340 annunci di malware, tra cui virus informatici, Botnet, Exploits, VPN utili a celare il proprio indirizzo IP per sferrare anche attacchi informatici.
“Le transazioni avvenivano solo in Bitcoin (BTC) e Monero (XMR)”, ci ha spiegato la Guardia di Finanza, aggiungendo “la criptovaluta Monero offre un grado di anonimizzazione più elevata”.
Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati Bitcoin e Monero per un controvalore di circa 3,6 milioni di Euro, 3 autovetture di lusso per circa 370.000 Euro, 9 orologi di marca per circa 90.000 Euro, oltre a vari dispositivi informatici utilizzati per commettere i reati.
Gli elementi raccolti grazie alle attività investigative svolte dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, con il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Brescia, hanno portato alla custodia in carcere di due italiani.
Il successo dell’operazione, durata oltre un anno, è stato il frutto di un’attività di polizia, di intelligence e di sinergia con l’autorità giudiziaria, fondamentale, per esempio, per ottenere dalle telco, con un decreto di richiesta, i “log Ip” degli utenti italiani che si connettevano al DeepSea.
Come si giunge a mettere KO un black market?
“Monitoriamo ogni giorno il dark web”, ci racconta il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma. Nel 2019 ha messo a segno un’altra operazione di successo: ha sgominato il ‘Berlusconi market’.
Ora la chiusura di DeepSea rappresenta il 2^ caso in Italia e il 6^ nel mondo di black market del dark web reso non più operativo.
Le chiusure di DeepSea e del Berlusconi market ottenute dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche sono il frutto significativo dell’impegno profuso dalla Guardia di Finanza anche nel dark web.
Per approfondire:
Il comunicato stampa dell’operazione
La video-sintesi dell’operazione