Intervista ad Ivano Gabrielli, Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni: “I cyber attacchi non possono essere connessi alla guerra in corso, sono di natura criminale. Con il conflitto è aumentato, però, il ‘rumore di fondo’, le attività propedeutiche per sferrare un attacco informatico. Abbiamo a che fare con nuova generazione di ransomware, vi racconto com’è”.
Con l’invasione della Russia nei confronti dell’Ucraina come sono cambiati la cyberwar e il cybercrime? “+ 20% di attacchi in generale e +40% di ransomware sono stati registrati dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni nei confronti di infrastrutture medio-grandi italiane dall’inizio del conflitto”, ha rivelato Ivano Gabrielli, Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, nell’intervista rilasciata a Cybersecurity Italia disponibile nel formato videopodcast.
“I cyber attacchi”, ha precisato Gabrielli, “non possono essere connessi alla guerra in corso, sono di natura criminale. Tuttavia, con il conflitto è aumentato, sensibilmente, il ‘rumore di fondo’, ossia le attività propedeutiche per sferrare un attacco informatico”.
Durante l’intervista Gabrielli ha comunica un altro dato importante: “da aprile 2022 le indagini della Polizia Postale e delle Comunicazioni sugli attacchi informatici sono aumentate del 30/35% con un ransomware di nuova generazione: sfruttando le vulnerabilità, prima effettua l’esfiltrazione dei dati e poi lancia il CriptoLocker che mira a cifrare e a rendere inutilizzabili i servizi”.