Un vero e proprio appello del ministro della Difesa alle aziende private specializzate in cybersecurity per combattere insieme allo Stato la nuova guerra in atto, quella cibernetica.
“Lo Stato”, ha detto Elisabetta Trenta, “è un attore fondamentale per la sicurezza, anche in quella cibernetica, ma non può essere l’unico responsabile“. Oltre agli Stati, devono partecipare anche “gli utenti e le grandi realtà, quelle che gestiscono le reti e producono i software”. “Queste entità”, ha aggiunto il ministro intervenuta al Cnr di Pisa nel corso di Itasec19, la terza conferenza nazionale sulla sicurezza informatica, “sono private ma hanno un grande impatto sulla collettività e devono quindi partecipare allo sforzo collettivo per tutelare il bene comune”. “I conflitti tra i popoli” – ha spiegato il ministro, “avvengono sempre più in una dimensione informatica”.
All’Italia serve una strategia cibernetica nazionale
La minaccia informatica è al centro delle linee programmatiche del ministero, nell’illustrare il piano al Parlamento lo scorso luglio, Trenta ha detto che “è necessario continuare ad investire in tecnologia per contrastare in maniera efficace la cyber guerra”. In questa strategia rientra “la cooperazione tra la Difesa e il mondo scientifico e universitario per la ricerca di competenze umane di alto livello che ci aiutino a sviluppare le conoscenze di cui abbiamo bisogno“, ha detto il ministro.
“Non è un’azione facile”, ha sottolineato, “perché si tratta di selezionare e addestrare personale con altissime competenze specialistiche. Ma è un passo fondamentale, perché solo facendo convergere sul dominio cibernetico figure professionali in possesso di specifiche capacità tecniche sarà possibile garantirne un’efficace gestione nei suoi molteplici aspetti”.
“Il settore cyber sta conoscendo uno sviluppo rapidissimo”, ha proseguito il ministro, “e quello che oggi serve al Paese per fare sistema è una strategia cibernetica comune e, in tal senso, sarà necessario individuare protocolli di cooperazione tra gli enti pubblici che fanno parte dell’architettura nazionale di cyber security e gli operatori privati ai quali è affidata la gestione delle infrastrutture di rete maggiormente critiche e strategiche”.
Trenta ha poi aggiunto “sarà importantissimo il dialogo con l’industria, cioè con quelle realtà del mondo produttivo che saranno capaci di innovare e sviluppare nuove tecnologie, hardware e software, ma anche maturare una maggiore consapevolezza della minaccia cibernetica e una diffusione della cultura della Difesa e della Sicurezza Nazionale, creando momenti di incontro, di dialogo e di esercizio fra operatori del settore, anche in una prospettiva, quanto mai, internazionale”.
Infine il ministro ha ricordato che “in ambito Nato la Difesa ha delineato le esigenze operative per rafforzare la sicurezza dello spazio cibernetico e ha costituito il Comando interforze per le operazioni cibernetiche (Cioc), posto alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa, quale Cyber Command nazionale abilitato a svolgere operazioni militari nel dominio cibernetico”.