Internet of Things, due utenti su tre hanno paura degli hacker

Il timore di cyber attack ai danni degli oggetti connessi cresce di pari passo con l’esplosione dell’Iot.

Cresce il numero di oggetti connessi a Internet e di pari passo aumentano le preoccupazioni dei consumatori per il rischio hacker dell’IoT (Internet of Things). Il sentiment dei consumatori è stato misurato da una ricerca ad hoc condotta a luglio dalla società di analisi Irdeto, secondo cui il 69% degli intervistati si è detto preoccupato dal rischio di attacchi informatici ai loro smart device. Dalla lavatrice al frigorifero, passando per gli smartphone, i nostri device saranno sempre più connessi alla Rete in futuro. Secondo stime di Gartner, entro fine anno ci saranno 8,38 miliardi di oggetti connessi in circolazione a livello globale, in aumento del 31% rispetto al 2016. Secondo stime sempre di Gartner, nel 2020 ci saranno 20,42 miliardi di dispositivi IoT in circolazione. Di questi, la grande maggioranza, pari a 12,86 miliardi di device, saranno nel segmento dei consumatori finali.  Un timore destinato a crescere di pari passo con la diffusione di massa degli oggetti connessi, con il conseguente aumento delle trappole e dei rischi per i dati personali degli utenti finali.

 

 

Le maggiori preoccupazioni, secondo l’indagine Irdeto, si sono registrate in Brasile (88%) e India (80%), mentre negli Usa il timore per la sicurezza dei device è pari al 67% degli utenti intervistati, mentre in Germania il dato si ferma al 52%.

Detto questo, i consumatori sembrano confidare molto nella capacità dei produttori di device di assicurare la sicurezza necessaria per proteggere i device dai malintenzionati. Il 90% degli intervistati considera importante che la sicurezza anti cyber attack sia garantita appunto a livello di device.

 

 

La consapevolezza dei rischi per la sicurezza dei device è maggiore nelle fasce di età più avanzata, con l’80% degli intervistati nella fascia di età 45-54 anni ben consapevoli del rischio hacker per gli oggetti connessi, a fronte del 72% della fascia di età fra 18 e 24 anni.

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