Il controllo del traffico aereo è quell’infrastruttura critica non sempre visibile ma essenziale che ha nel proprio DNA l’innovazione, la security e la safety, unite nel concetto che la nostra lingua identifica con il termine unitario “sicurezza”.
L’aviazione civile è certamente un settore nel quale l’evoluzione basata sulla tecnologica dell’informazione ha visto una grande accelerazione, stimolata da diversi fattori. Analizziamoli assieme.
Il primo fattore è sicuramente il pressante imperativo della sicurezza aeronautica, che risponde all’esigenza di base, per la quale esiste il controllo del traffico aereo, che è quella di salvaguardare la vita umana in volo e a terra, di garantire l’efficienza, la regolarità e speditezza del volo in ogni sua fase. In un mondo a numeri in costante crescita, se non si considera l’evento pandemico, l’incremento della domanda di servizi nello spazio aereo è direttamente proporzionale alla crescita delle capacità elaborative dei sistemi e delle infrastrutture tecnologiche, che devono in ogni momento garantire i più alti livelli di disponibilità, la più alta garanzia di integrità dei dati e la massima confidenza di accesso ad essi solo a chi ne abbia legittimità e titolo.
Sotto altro punto di vista, i diversi attori del sistema aeronautico – fornitori di servizi di navigazione aerea come ENAV, gestori aeroportuali, vettori, autorità ed altre entità aeronautiche – sono chiamati ad operare in modalità sempre più coordinate e con scambi informativi digitali per assicurare collettivamente le risposte ai bisogni di mobilità in sicurezza ed in puntualità, con la gestione consapevole dei rischi che la tecnologia digitale comporta: rischi legati alle tecnologie in uso, all’esposizione dei sistemi all’azione di attori malevoli, a criticità che possono essere indotte dalle catene di fornitura, per evocare temi ben noti a chi tratta di questioni legate alla protezione delle infrastrutture critiche.
Il cambiamento assume i caratteri forti dell’innovazione, solo che si pensi all’avvento di nuove modalità di trasporto aereo, come quelle legate all’utilizzo dei mezzi aerei a pilotaggio remoto o autonomo, oggi identificati con il termine sintetico di “droni”, che entreranno sempre di più come modalità di trasporto “ordinario” e probabilmente, in prospettiva di un futuro neanche troppo lontano, come modello di trasporto urbano che risponda alle accresciute esigenze di mobilità dei cittadini.
La tecnologia cambia anche a favore di nuovi modelli operativi, sempre più efficienti, per consentire ad esempio l’erogazione di servizi di controllo del traffico aereo in finestre orarie più ampie sugli aeroporti con livelli di traffico che non consentono, con modalità ordinarie, servizi estesi sulle 24 ore. Ed assistiamo così alla nascita del concetto operativo della “Torre Remota”, dove il paradigma operativo, che vede ribadita la centralità del professionista-controllore, si associa alla dimensione digitale della visualizzazione della pista, delle aree di manovra e degli spazi aerei circostanti, con il supporto di strumenti digitali avanzati di visualizzazione del contesto operativo, uso di algoritmi di realtà aumentata e capacità di rilevazione anticipata di fattori di criticità.
Non di meno, le esigenze di ridurre l’impatto delle operazioni aeronautiche sull’ambiente – imperativo morale per il presente ed il futuro del pianeta – implicano innovazioni radicali che devono essere sostenute da importanti investimenti tecnologici. ENAV, ad esempio, rivendica con orgoglio di essere stato il primo in Europa tra i grandi fornitori di servizi di navigazione aerea ad introdurre, in rilevante anticipo sui tempi previsti dai regolamenti europei, il concetto operativo di “Free Route”, che comporta la possibilità per i vettori aerei di scegliere le rotte più brevi e più efficienti, con risparmi davvero significativi nei consumi di carburanti fossili e, conseguentemente, di emissioni nocive nell’atmosfera.
Nello stesso senso vanno anche le scelte di alleggerire le infrastrutture di sorveglianza di terra, i radar che hanno fatto la storia dell’aviazione civile dall’immediato secondo dopoguerra fino ancora ai gironi nostri, strumenti nati per superare i limiti della portata dei radar, il costo delle installazioni e del loro mantenimento, la visualizzazione delle tracce degli aeromobili anche negli spazi aerei sovrastanti l’alto mare, permettendo più alti livelli di sicurezza del trasporto aereo, in cui ENAV da tempo è direttamente impegnata anche per definire processi di standardizzazione internazionale. E ancora, innovazioni studiate per traguardare sistemi sempre più precisi, efficienti e distribuiti di navigazione satellitare, “Performance Based (PBN)”, che aiutano i piloti nelle fasi più delicate delle operazioni di volo.
Non si può nascondere l’emozione legata alla prospettiva di utilizzo di spazi aerei suborbitali, che in un futuro anch’esso non molto lontano, permetteranno di raggiungere lunghissime distanze in tempi estremamente ridotti e con grande efficienza.
Nuovi modelli che si basano su tecnologie performanti che richiedono, parallelamente, uno straordinario sforzo di ricerca, sviluppo ed innovazione tecnologica, da un lato; e dall’altro la sempre più pervasiva attenzione ai temi della security. In tutte le sue declinazioni.
Non a caso, a seguito di conforme deliberazione dell’Assemblea delle Nazioni Unite, l’ICAO – l’agenzia specializzata dell’ONU per l’aviazione civile – il 4 ottobre 2019 ha adottato all’unanimità una risoluzione, la 40-10, che impegna gli Stati contraenti ad una forte azione, concreta, reale, per contrastare le minacce ai sistemi informativi, attraverso una pluralità di azioni tra le quali vale la pena ricordare la lotta strenua alle vulnerabilità, la gestione a 360° del rischio, la sinergia pubblico-privato e la costante attenzione al fattore umano.
Il controllo del traffico aereo, o come più correttamente: “fornitura di servizi di navigazione aerea” è quell’infrastruttura critica non sempre visibile ma essenziale che ha nel proprio DNA l’innovazione, la security e la safety, unite nel concetto che la nostra lingua identifica con il termine unitario “sicurezza”.
Questa straordinaria dinamica evolutiva ha richiesto, già a partire dagli inizi del terzo millennio e grazie anche ad interventi normativi mirati e dedicati al settore dell’Air Traffic Management, un cambiamento culturale forte, che ha coinvolto certamente i fornitori di servizi di navigazione aerea come ENAV, ma anche tutta la filiera, a partire dall’industria manifatturiera, i servizi e le stesse autorità di regolazione. Il punto di partenza non è né la tecnologia fine a sé stessa né la riduzione dei costi, che pure gioca un ruolo rilevante nei processi dell’industria aeronautica.
Il reale punto di riferimento è rappresentato dall’elaborazione del concetto di sostenibilità, che nelle sue molteplici declinazioni, vede al centro del sistema la tutela dei diritti umani , quelli fondamentali legati alla salvaguardia della vita umana in volo e a terra, all’incolumità dei cittadini, ma anche alla tutela dei diritti dei lavoratori di veder preservate le capacità operative aziendali e prestare la propria opera e che è, da una prospettiva operativa, la stessa ragione dell’esistenza della security.
La normativa sull’aviazione civile, a livello internazionale, europeo e nazionale, nonché quella più specifica per la fornitura dei servizi di navigazione aerea è costantemente pervasa da questo messaggio, che presuppone l’adesione totale ad un principio, ben rappresentato da una frase di Bruce Schneier: “la security è un processo, non un prodotto”.
Lavorare incessantemente per ridurre la superficie d’attacco e alimentare costantemente il processo virtuoso di security è il principale obiettivo, che però, ancora una volta, non è solo tecnologico. Fondamentale ed assolutamente centrale è il fattore umano, elemento di debolezza ma anche di forza di ogni sistema complesso, nel quale è l’essere umano che deve tornare al centro dell’attenzione e del dibattito scientifico.
L’azione malevola di attori ostili può e deve essere arginata attraverso l’ingaggio permanente dei nostri collaboratori, valorizzandone le competenze e le capacità individuali ed addestrando tutti i membri della comunità di servizio del Gruppo ENAV a riconoscere i potenziali indicatori di minaccia, a contrastarli e a segnalare tempestivamente le eventuali anomalie o sospetti, per costituire una reale barriera collettiva.
In questa prospettiva sono chiare le parole pronunciate dall’Amministratore Delegato di ENAV in occasione del 40° anniversario della fondazione: la sfida più importante che siamo chiamati ad affrontare è la prossima ed ENAV ha sempre anticipato l’innovazione, anche nel settore della security, consapevoli che le nuove sfide presentano margini di incognito che devono sollecitare l’attenzione e coinvolgere tutti coloro che concorrono alla definizione della catena del valore e della protezione.
Per questa ragione e con questo specifico mandato, raccogliamo anche lo stimolo della celebrazione del 2021 come “anno della cultura della security aeronautica”, fortemente voluto da ICAO, a sottolineare la centralità dell’essere umano e per ribadire che la vera sfida è rappresentata dalla capacità delle organizzazioni dell’aviazione civile di definire modelli di ingaggio delle persone, a contribuire consapevolmente alla protezione della sicurezza, come valore primario di salvaguardia dei diritti umani fondamentali.