Questa la nuova strategia da adottare secondo l’ultimo vertice del Consiglio supremo di difesa, presieduto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Siamo nell’AI Cyber War. Ecco come l’esercito israeliano fa affidamento sulla piattaforma “habsora” per avere suggerimenti sui bersagli di Hamas da colpire.
L’intelligenza artificiale offre una pluralità di vantaggi per rafforzare la cybersecurity. Ma anche tanti rischi per la sicurezza cibernetica delle infrastrutture critiche e quindi rappresentare un problema per la sicurezza nazionale. Anche dell’Italia.
Per questo motivo, nell’ultimo vertice il Consiglio supremo di difesa, presieduto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Palazzo del Quirinale, ha concordato sulla necessità di definire la nuova strategia cyber per la difesa del Paese.
Alla riunione hanno partecipato: il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni; il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani; il Ministro dell’interno, Matteo Piantedosi; il Ministro della difesa, Guido Crosetto; il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti; il Capo di Stato maggiore della difesa, Amm. Giuseppe Cavo Dragone.
Erano altresì presenti il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano; il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti; il Consigliere del Presidente della Repubblica per gli Affari del Consiglio supremo di difesa e Segretario del Consiglio, Francesco Saverio Garofani.
“Contrastare le nuove minacce nonché i rischi di uso offensivo delle tecnologie emergenti quali l’intelligenza artificiale“
Il Consiglio supremo di difesa, in particolare, ha infine svolto un approfondimento sui cambiamenti che le nuove tecnologie stanno introducendo nella competizione internazionale e quindi sui loro effetti nell’evoluzione dei moderni scenari strategici.
“Si ritiene indispensabile oggi”, si legge nella nota diffusa dal Quirinale, “sviluppare consapevolezza e capacità d’azione anche nei nuovi ambiti dell’interazione umana: i domini cibernetico, spaziale e subacqueo e la dimensione cognitiva. Una più efficace architettura di sicurezza e di governance nazionale è condizione per contrastare le nuove minacce nonché i rischi di uso offensivo delle tecnologie emergenti quali l’intelligenza artificiale. Considerata la trasversalità delle minacce ibride, è indispensabile uno sforzo congiunto del sistema Paese”.
Siamo nell’AI Cyber War. Ecco come l’esercito israeliano fa affidamento sulla piattaforma “habsora” per avere suggerimenti sui bersagli di Hamas da colpire
Sia la guerra scatenata dalla Federazione Russa nei confronti dell’Ucraina sia quella tra Hamas e Israele sono anche combattute a “colpi” di intelligenza artificiale.
Concretamente, l’esercito israeliano usa la piattaforma “habsora” (“il vangelo) basata su algoritmi di AI. Sul sito web dell’IDF viene presentato questo software – senza nominarlo – come un sistema che “produce obiettivi a un ritmo veloce, una fabbrica bersaglio che opera 24 ore su 24″, “attraverso l’estrazione rapida e automatica dei dati grazie all’intelligenza artificiale”.
Ecco come funziona.
“Mette a disposizione tutte le informazioni che l’esercito israeliano dispone, come le foto aeree che consentono di capire dove sono mezzi e persone, insieme alle informazioni già in possesso su Hamas. Elaborando tutte queste informazioni”, ha spiegato Omer Benjacob, giornalista di Haaretz a XXI Secolo, la trasmissione su RAI1 condotta da Francesco Giorgino, “la piattaforma fornisce, con gli algoritmi di AI, una lista di target anche con un indice di priorità, la possibilità di colpirlo con successo e il numero di civili nell’area. Poi è sempre un ufficiale dell’esercito a decidere cosa fare”.
“Ora, questa macchina produce 100 bersagli al giorno, di cui il 50% viene attaccato”
La piattaforma habsora basata sull’AI è stata utilizzata la prima volta nella guerra di 11 giorni di Israele contro Hamas nel maggio 2021. “Per metterlo in prospettiva, in passato producevamo 50 obiettivi a Gaza all’anno. Ora, questa macchina produce 100 bersagli al giorno, di cui il 50% viene attaccato”. Ad affermarlo, riporta il Guardian, è stato Aviv Kochavi, che è stato a capo dell’IDF fino a gennaio.
Nella breve dichiarazione dell’IDF, un alto funzionario, continua il Guardian, ha affermato che la piattaforma “produce bersagli precisi contro le infrastrutture associate ad Hamas, infliggendo ingenti danni al nemico e danni minimi ai non combattenti”.
La precisione degli attacchi raccomandati dalla piattaforma di AI è stata sottolineata in numerosi resoconti dei media israeliani. Il quotidiano Yedioth Ahronoth ha riferito che il sistema “si assicura, per quanto possibile, che non vi siano danni ai civili non coinvolti”.
Un’ex fonte militare israeliana ha detto al Guardian che gli agenti utilizzano una misurazione “molto accurata” del tasso di civili che evacuano un edificio poco prima di un attacco. “Utilizziamo un algoritmo per valutare quanti civili rimangono. Ci dà un verde, un giallo, un rosso, come un segnale stradale”.
Tuttavia, gli esperti di intelligenza artificiale e conflitti armati hanno riferito al Guardian di essere scettici riguardo alle affermazioni secondo cui i sistemi basati sull’intelligenza artificiale riducono i danni civili incoraggiando bersagli più accurati.
La Cooperazione internazionale per mitigare i rischi cyber dell’intelligenza artificiale è uno dei temi di CyberSec2024 – La Cybersecurity nell’era dell’AI. La 3^ edizione della Conferenza internazionale del nostro quotidiano, che si terrà nei giorni 6-7 marzo a Roma.
Per saperne di più vai sul sito della Conferenza e leggi il comunicato stampa.