Gli Usa raddoppiano gli aiuti per la cybersecurity dell’Ucraina

I fondi passano da 5 a 10 milioni di dollari in un anno. Obiettivo: bloccare la cyberwarfare

Gli Usa destineranno altri 5 milioni di dollari all’Ucraina per aiutare il paese a prevenire, mitigare e rispondere ai cyber attacchi. Soprattutto a quelli provenienti da attori a livello nazionale. E’ quanto è stato stabilito nell’incontro a Washington tra l’assistant secretary del dipartimento di Stato A. Wess Mitchell, che ha la delega per gli Affari europei ed euroasiatici, e il presidente di Kiev, Petro Poroshenko. Grazie ai nuovi fondi, l’impegno degli Stati Uniti per proteggere lo stato europeo orientale dai pericoli della cyberwarfare si raddoppia in un anno, arrivando a 10 milioni di dollari totali. Gli aiuti americani sono strategici per l’Ucraina, che periodicamente viene bersagliata dagli hacker russi, i quali cercano di compromettere le infrastrutture critiche del paese.

Poroshenko e Mitchell hanno discusso anche di Donbas, della missione di peacekeeping ONU nella regione ucraina e delle sanzioni alla Russia

Poroshenko e Mitchell, comunque, non hanno discusso solo di cybersecurity. Ma anche della situazione a Donbas e di come raggiungere una soluzione pacifica alla crisi. A proposito, il presidente ucraino e l’assistant secretary Usa hanno coordinato i rispettivi approcci in relazione al dispiegamento della missione di peacekeeping delle Nazioni Unite nella regione e soprattutto nella sezione del confine tra Russia e Ucraina, attualmente incontrollata. Le parti hanno anche ribadito la necessità di mantenere in piedi sanzioni contro Mosca, fino a che non verrà ripristinata la piena integrità territoriale e sovranità della nazione europea. Poroshenko ha infine aggiornato Mitchell sui progressi di Kiev nell’implementazione delle riforme. In particolare nelle aree della sicurezza, della difesa e della lotta alla corruzione.

L’Ucraina è dal 2015 che subisce cyber attacchi contro le sue infrastrutture critiche da parte di attori statuali, tanto che Kiev ha chiesto aiuto a NATO e Usa

L’Ucraina dal 2015 subisce attacchi informatici da parte di hacker di stato con una certa frequenza. Il primo di dimensioni massicce avvenne a Natale del 2015 e fu diretto contro l’infrastruttura elettrica. Tanto che per alcune ore 225.000 persone rimasero senza corrente. Poi, gli anni successivi ci sono state altre tornata di cyber aggressioni, che hanno causato  – tra le altre cose – un black-out a Kiev per un’ora e il blocco dei voli aerei. A seguito del fatto di essere vittima di campagne di cyberwarfare, presumibilmente di origine russa, Kiev si è rivolta agli alleati per chiedere aiuto. In primis NATO e Usa.

Nel 2017 l’SBU di Kiev e l’Alleanza Atlantica hanno siglato un accordo per l’implementazione di un Trust Fund sulla cybersecurity

Nel 2017, l’Alleanza Atlantica e i servizi di sicurezza (SBU) di Kiev hanno firmato un accordo sulla cybersecurity per l’implementazione di un Trust Fund. Grazie ai nuovi fondi, in Ucraina verrà creato un network di centri situazione per rispondere agli incidenti e alle minacce informatiche, mediante a una rete estesa di sensori automatici, integrati nelle strutture informative critiche. Il paese europeo, inoltre, potrà migliorare le sue capacità di sicurezza informatica, istituendo centri per la cyber defence and security presso le forze armate e la polizia nazionale. Questi saranno poi integrati nella rete dei centri situazione. Si aggiungerà anche formazione mirata e acquisizione di equipaggiamenti e software ad hoc contro la cyberwarfare e gli attacchi informatici.

Gli Stati Uniti, invece, aiutano l’Ucraina a sviluppare capacità di resilienza, mitigazione e risposta alle aggressioni informatiche e alle azioni di cyber spionaggio

L’intesa tra Ucraina e Usa, invece, prevede che Washington aiuti Kiev a sviluppare capacità di resilienza, mitigazione e risposta ai cyber attacchi. Ciò, sia condividendo le informazioni sui pericoli e i trend delle minacce sia fornendo expertise e tecnologia per costruire la cybersecurity del paese europeo orientale. L’obiettivo principale è proteggere le infrastrutture critiche, soprattutto quelle energetiche, dalle azioni di cyberwarfare di attori a livello statuale. Inoltre, i due paesi lavorano per contrastare le attività di spionaggio informatico ai danni delle aziende e delle istituzioni. In particolare sulle questioni “calde” come Donbas e la Crimea.

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