Gli Usa accusano la Russia di aver orchestrato cyberattacchi ai danni di impianti nucleari, sistemi idrici ed elettrici americani ed europei, con l’obiettivo di poter sabotare o bloccare le centrali all’occorrenza, senza tuttavia arrivare al sabotaggio.
Secondo le fonti citate dal New York Times, gli attacchi avrebbero subito un’accelerazione alla fine del 2015, nello stesso periodo in cui erano in corso le interferenze russe sulle elezioni negli Usa.
Entro poi la primavera del 2017, quando Donald Trump era già insediato alla Casa Bianca, gli autori degli attacchi erano riusciti a pregiudicare alcuni operatori in Nord America e in Europa. Nei mesi successivi, stando ad un rapporto diffuso in queste ore dal Dipartimento americano per la Sicurezza interna, hacker russi riuscirono a raggiungere macchine con accesso a sistemi di controllo cruciali presso centrali che non sono state identificati. Gli hacker non si sono comunque mai spinti fino a sabotare o far crollare i sistemi informatici che controllano l’operatività degli impianti.