Nell’era digitale, la sicurezza delle catene di approvvigionamento è diventata una questione di importanza strategica, in particolare nei settori spaziale e sottomarino, caratterizzati da tecnologie avanzate e infrastrutture critiche. L’Europa, perseguendo l’obiettivo dell’indipendenza digitale, si trova a dover affrontare nuove sfide per garantire la resilienza e la sicurezza di queste supply chain, sempre più esposte a rischi geopolitici, cyberattacchi e disordini globali.
“Nel mondo siamo al quinto posto per investimenti nella Space Economy con un gap impressionante rispetto ai Paesi che ci precedono. L’infrastruttura delle telecomunicazioni è strategica e lo è ancora più quando parliamo di difesa dei cavi sottomarini”. Queste le parole di Emilio Gisondi, CEO, Defence Tech di Tinexta Group, intervenuto a Space & Underwater, la 1a edizione della Conferenza internazionale dedicata ai domìni Spazio e Subacqueo, promossa e organizzata da Cybersecurity Italia, in corso a Roma.
Siamo dinanzi ad un quadro geopolitico, per Gisondi, che vede l’Europa fare da follower degli Stati Uniti da un lato, blocco cinese e russo dall’altro. “Oggi, dal punto di vista dell’industria pubblico-privata, per poter investire devono essere supportate concretamente, altrimenti non si riesce a tenere il passo degli altri. Bisogna quindi ragionare seriamente in termini di budget su tali settori, considerando le aziende che possono davvero dare valore al sistema-Paese”.
Le vulnerabilità dei cavi sottomarini
Nel merito della sicurezza informatica, il maggiore rischio resta l’integrità fisico di un cavo sottomarino. Secondo la Commissione Europea, gli attacchi alle infrastrutture via cavo possono essere il rischio maggiore da qui ai prossimi anni, come vettori di insediamento maggiori. “Le intrusioni nella catena di fornitura riguardano anche l’Aerospazio – prosegue Gisondi – nel 1998 il satellite americano-tedesco ROSAT X-Ray è stato violato grazie ad un’intrusione nei sistemi informatici del Maryland, con il fine di indirizzare il satellite verso il Sole e bruciare le sue batterie. La nostra capacità di poter influire sulla sovranità tecnologica europea vuol dire avere capacità di governo e controllo maggiori”.
Per Gisondi, gli Usa attualmente hanno un vantaggio competitivo con l’Europa e il resto del mondo di 10-15 anni. Oltreoceano si parla già di attività post-quantiche, laddove gli Stati Uniti hanno già progetti di laboratorio che vanno oltre. “Se la nuova Commissione Europea saprà indirizzare i programmi verso le innovazioni tecnologiche del futuro potremmo finalmente non essere più seguaci di altri ma guidare in prima persona il cambiamento”.