La nuova parola d’ordine per l’automotive è cybersecurity. Infatti gli attacchi informatici hanno iniziato a prendere di mira anche l’industria automobilistica, in particolare chi ha iniziato a produrre e a testare veicoli a guida automatica e semi-automatica.
La cronaca recente, soprattutto negli Stati Uniti, ha raccontato di attacchi hacker contro alcuni modelli di vetture. I ricercatori dell’università di California hanno violato in modalità wireless una Chevrolet Corvette con l’invio di messaggi SMS, creati ovviamente con una particolare cura e dopo studi approfonditi nel veicolo.
Ma, hanno raccontato altri ricercatori statunitensi: “basta dirigere un semplice puntatore laser contro il LIDAR di un’auto a guida autonoma che potrebbe metterla in seria difficoltà, inducendola a ‘pensare’ che ci sia qualcosa davanti a lei e forzandola quindi a rallentare. In alternativa, un hacker potrebbe sopraffarla con segnali spuri, costringendo la vettura a fermarsi per ‘paura’ di colpire ostacoli-fantasma”.
Il LIDAR (sistema di telerilevamento basato sui raggi laser) tra tutti i sensori è forse il più importante per le auto a guida autonoma perché di fatto è quello che fornisce loro la capacità di rilevare gli ostacoli sul percorso, che si tratti di un tronco caduto, un’auto o un bambino che attraversa all’improvviso la strada.
Per cui la car cybersecurity è la priorità che si cerca di perseguire da parte dell’industria automobilistica; lo scorso luglio, l’ad di General Motors, Mary Teresa Barra, ha affermato che proteggere le automobili da incidenti causati da attacchi informatici “è una questione di sicurezza pubblica”. Come darle torto.
Per cui Google e Nissan, che hanno intenzione di mettere su strada, entro il 2020, automobili con guida autonoma e Ford, che ha dichiarato di realizzare taxi-driverless per il 2021, hanno il dovere di garantire questa sicurezza pubblica sia a chi acquisterà i loro veicoli sia a tutte le altre persone e mezzi che percorrono le strade.
Si sa la prima società a mettere su strada una macchina senza conducente è stata Google, che poi di recente ha fatto, momentaneamente, marcia indietro. Infatti il gruppo di Mountain View ha interrotto gli investimenti e lo sviluppo autonomo della Google car, ma non è uscita di colpo dalla scena nel settore automobilistico. Infatti l’azienda è ora partner con case automobilistiche per costruire le driverless più sicure, per esempio insieme a Fiat Chrysler sta realizzando la “Pacifica Minivan”: se il risultato del test dovesse dare risultati positivi allora sarebbe questa la prima auto con guida autonoma di Google venduta sul mercato. Il primato, però, potrebbe essere soffiato da Tesla Motors, il cui Ceo, Elon Musk, ha dichiarato che entro due anni la casa automobilistica da lui fondata realizzerà le auto con guida automatica che nell’arco di un altro paio di anni saranno pronte per essere “guidate”.
Saranno anche in grado di difendersi dagli attacchi hacker?
A dire il vero Musk, ad oggi, non può garantirlo perché lui stesso ha dichiarato di avere paura dell’Intelligenza artificiale vista come principale minaccia per i mezzi driverless: ““le auto a guida autonoma corrono il rischio di attacchi informatici e l’intelligenza artificiale prenderà il sopravvento sull’uomo…per questo motivo occorre intervenire in modo proattivo a regolamentare i robot con IA”.
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