Per il Col. t ST Gian Luca Berruti della Guardia di Finanza “Gli strumenti informatici d’avanguardia sono fondamentali per il contrasto al cybercrime”.
Un Green Pass “autentico” per 100 euro, pagabili in criptovalute, salvo poi scoprire che era un truffa. Sono almeno 35 i canali di Telegram al centro di un’operazione della Guardia di Finanza, cominciata lo scorso luglio e culminata ora nell’arresto dei responsabili. Gli amministratori dei canali Telegram, italiani residenti in Veneto, Liguria, Puglia e Sicilia, hanno ammesso le loro colpe.
Falsi Green Pass per 100 euro: la truffa
L’operazione è andata a buon fine grazie agli strumenti di investigazione Bot e Avatar, di ultimissima generazione, messi in campo anche grazie all’ausilio fornito dal team di investigazioni informatiche di Group-IB, partner tecnologico di Interpol ed Europol, combinati a un innovativo e dinamico monitoraggio “real time” della rete e all’applicazione di tecniche di indagine all’avanguardia da parte dei militari della Guardia di Finanza.
Determinante, infatti, spiega la GdF, è stato il rinvenimento sui numerosi device degli indagati – sequestrati prima e analizzati poi – di fotografie di documenti di identità e tessere sanitarie di numerosi soggetti, referti attestanti la negatività ai tamponi naso-faringei, attestazioni false di compiacimento di clienti per i green pass contraffatti e, soprattutto, chat da cui emerge, in maniera eloquente, il subdolo modus operandi adottato dall’organizzazione criminale.
Il Col. t ST Gian Luca Berruti: “Gli strumenti informatici d’avanguardia sono fondamentali per il contrasto al cybercrime”
‘Il monitoraggio della rete, attuato con strumenti informatici d’avanguardia, soprattutto dei settori economici resi maggiormente attrattivi dall’emergenza sanitaria e di quelli più vulnerabili a causa della recessione in atto, è fondamentale per arginare le mire espansionistiche della criminalità organizzata”, ha dichiarato il Col. t ST Gian Luca Berruti, Comandante Gruppo Investigativo del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche.
“Esortiamo gli italiani a non utilizzare questi servizi illegali fasulli in quanto non solo perdono i loro soldi, ha aggiunto il Colonnello, ma inviano i loro dati personali sensibili ai criminali e si espongono a un rischio maggiore di truffe successive”.