In Canada chiesti danni per 380 milioni di euro: negli Stati Uniti si muovono anche gli Stati. I vertici della società avrebbero ceduto azioni prima della bufera.
Una nuona e pesantissima tegola si è abbattuta su Equifax, l’agenzia specializzata di valutazione del credito, che la scorsa settimana ha denunciato di essere stata vittima di di un attacco informatico che ha depredato i dati personali di decine e decine di persone, tra Stati Uniti, Canada e Regno Unito. E sui vertici della società americana grava anche il sospetto di avere ceduto azioni per milioni di dollari quando si era cominciato ad intuire la bufera che si stava abbattendo su di essa.
Un gruppo di avvocati dello studio Sotos, di Toronto, ha avviato una azione legale chiedendo 550 milioni di dollari canadesi (circa 380 milioni di euro), per danni ed interessi, a nome di ”tutti gli abitanti del Canada le cui informazioni erano registrate nella banca dati di Equifax e sono state ottenute, senza autorizzazione, tra il primo maggio ed il primo agosto del 2017”.
Si torna quindi a discutere, in un’aula di giustizia, di metodi e prassi che alcune società non rispettano nell’alimentare le rispettive banche dati e che, a detta degli avvocati torontini, nel caso dei canadesi sarebbe andato ben oltre i limiti posti dalla legge.
L’iniziativa dello studio legale di Toronto segue quello avviato, sempre contro Equifax, da un altro studio canadese, Merchant Law Group. Ma i guai per Equifax non finiscono qui perchè anche negli Stati Uniti vari studi legali hanno preannunciato delle iniziative che potrebbero confluire in una class action che, visto il numero delle persone coinvolte e di quelle che potenzialmente potrebbero aderire all’iniziativa, sarebbe la più grande del suo genere nella storia degli Stati Uniti. Ma non solo studi di avvocati si stanno muovendo perché alcuni Stati americani, ritenendo violati i diritti dei propri cittadini, potrebbero avviare ulteriori azioni risarcitorie.
Come il Massachusetts, il cui procuratore generale, Maura Healey, ha detto che la pirateria di Equifax “potrebbe essere il più grande fallimento nella protezione dei dati dei consumatori”.
Alla base dell’iniziativa del procuratore Healey, ci sarebbe la violazione, da parte di Equifax, delle leggi statali ”in quanto l’impresa non ha mantenuto le garanzie necessarie per proteggere i dati personali”.
E della vicenda si potrebbe interessare anche l’Amministrazione Trump, alla quale si sono rivolti 36 senatori chiedendo di fare luce sulla vendita di quasi 2 milioni di dollari di azioni Equifax da parte di tre dei suoi massimi dirigenti poco prima che la bufera in arrivo fosse pubblica.