Si tratta di un fenomeno molto pericoloso risultante dall’integrazione delle tecnologie digitali nelle reti e nei modus operandi già esistenti di tratta di esseri umani.
Il mondo è entrato a tutti gli effetti nell’era digitale, dove la tecnologia è sempre presente e pervasiva. Se è vero, da un lato, che lo sviluppo delle innovazioni tecnologiche facilita la nostra vita quotidiana, dall’altro è anche vero che le nuove tecnologie contribuiscono in modo significativo alla criminalità.
Oltre il 60% della popolazione mondiale è utente di Internet e l’adozione a livello globale della tecnologia digitale è in rapido aumento. La maggiore penetrazione della tecnologia digitale nella vita di tutti i giorni ha provocato un’evoluzione del comportamento criminale, con un conseguente aumento della criminalità informatica (cybercrime). Tuttavia, continua a mancare chiarezza su cosa si intende esattamente con il termine “crimine informatico”.
Sebbene non esista una definizione unica, si può affermare che la criminalità informatica comprende un ampio numero di atti, crimini o comportamenti illeciti perpetrati da individui o gruppi contro computer, dispositivi informatici o reti informatiche, nonché crimini tradizionali che sono facilitati o mantenuti dall’uso di Internet e/o delle tecnologie informatiche. Distinguere i primi dai secondi è importante e per questo motivo sono stati introdotti i concetti di cyber-dependent crimes (reati dipendenti dal cyber) e cyber-enabled crimes (reati abilitati dal cyber).
I reati dipendenti dal cyber, detti anche reati informatici “puri”, sono reati che possono essere commessi solo utilizzando un computer, reti informatiche o altre forme di tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Essi comprendono le intrusioni illecite nelle reti informatiche, come l’hacking,e l’interruzione o la riduzione della funzionalità dei computer e dello spazio di rete, come malware e attacchi Denial of Service (DOS) o Distributed Denial of Service (DDOS).
I reati abilitati dal cyber, invece, sono crimini tradizionali che possono essere aumentati nella loro scala o portata grazie all’uso di computer, reti informatiche o altre forme di tecnologie dell’informazione. I principali tipi di crimini abilitati dal cyber sono la frode, l’estorsione, la pornografia estrema, i reati sessuali sui minori e, in maniera sempre più diffusa, la tratta di esseri umani.
La digitalizzazione della tratta di esseri umani
Il rapporto tra tratta di esseri umani e tecnologia è diventato una preoccupazione crescente per il settore pubblico e privato con la maggiore espansione di Internet, delle tecnologie informatiche e dei social network. A questo proposito oggi si parla sempre di più di digitalizzazione della tratta di esseri umani – fenomeno conosciuto anche con il nome di e-trafficking. Non si tratta, come abbiamo visto, di una nuova attività criminale o di un tipo di reato dipendente dal cyber, bensì di un fenomeno risultante dall’integrazione delle tecnologie digitali nelle reti e nei modus operandi già esistenti di tratta di esseri umani.
Secondo la definizione del protocollo delle Nazioni Unite per reprimere e punire la tratta di esseri umani, per tratta di essere umani si intende il “reclutamento, trasporto, trasferimento, accoglienza o accoglienza di persone, mediante minaccia o uso della forza o altre forme di coercizione, rapimento, frode, inganno, abuso di potere o di posizione di vulnerabilità o donazione o ricevere pagamenti o benefici per ottenere il consenso di una persona che ha il controllo su un’altra persona, a scopo di sfruttamento. Lo sfruttamento comprende, come minimo, lo sfruttamento della prostituzione altrui o altre forme di sfruttamento sessuale, lavoro o servizi forzati, schiavitù o pratiche simili alla schiavitù, servitù o prelievo di organi o altri tipi di sfruttamento».
Recenti studi dimostrano che, con l’avvento di Internet e delle nuove tecnologie, i trafficanti di esseri umani hanno imparato come sfruttare i mezzi messi a disposizione dal web per reclutare e sfruttare le vittime da un lato, e per incrementare i propri profitti economici dall’altro.
Internet, i social media e le applicazioni mobili hanno notevolmente impattato il modo in cui operano i gruppi criminali coinvolti nella tratta di esseri umani internazionale, acquisendo un ruolo sempre più preponderante nell’identificazione e nel reclutamento degli individui da sfruttare, in particolare nel commercio sessuale. Le tecnologie permettono infatti di accedere a una gamma più vasta di potenziali vittime di tratta da adescare con annunci di lavoro falsi pubblicati sui social network o sui siti web, oppure attraverso live chats con finte agenzie di lavoro. Esse garantiscono ai trafficanti l’opportunità di entrare in contatto in maniera istantanea con le vittime, reperire informazioni personali e stabilire delle relazioni ingannevoli che conducono allo sfruttamento.
Inoltre, le applicazioni tecnologiche e i social network vengono utilizzati per seguire gli spostamenti delle vittime e controllare le loro azioni. I cellulari, per esempio, consentono il geotracking, ovvero la possibilità di identificare la posizione fisica attuale di una persona ottenendo dati GPS dai suoi dispositivi smartphone. Applicazioni come MySpy consentono invece ai trafficanti di monitorare i telefoni delle loro vittime. Le applicazioni tecnologiche sono anche uno strumento fondamentale per esercitare lo sfruttamento, per esempio quando sono usate come arma psicologica per minacciare le vittime di diffondere online materiale compromettente (revenge porn).
Infine, le tecnologie consentono ai trafficanti di esseri umani, e più in generale a chi è impegnato in attività illecite, di aumentare e meglio proteggere i propri profitti. Ad esempio, attraverso le tecnologie di crittografia (dark web e criptovalute) è possibile essere pagati in modi difficilmente rintracciabili, riducendo il rischio di identificazione o intercettazione da parte delle forze dell’ordine.
Fare luce sul ruolo del cyber delle dinamiche della tratta di esseri umani e della criminalità organizzata è estremamente importante per mettere in atto una risposta adeguata e al passo con i tempi di un mondo interconnesso, digitalizzato e in continua evoluzione.