Parte della vulnerabilità dei cavi sottomarini è dovuta alla posizione. Coprono il globo e si trovano spesso in aree estremamente remote, facilmente accessibili a sottomarini o veicoli subacquei senza pilota.
Le esplosioni ai due importanti gasdotti Nord Stream che collegano la Russia all’Europa hanno fatto sì che i politici occidentali si siano chiesti quale sarà il prossimo obiettivo.
Come ha descritto Politico, la sicurezza dei cavi sottomarini è fortemente a rischio in quanto sono obiettivi raggiungibili con una certa facilità. Ciò è dovuto alla scarsa sicurezza attorno a questi cavi Internet – che collegano tutti i continenti del mondo e rappresentano la superstrada digitale per qualsiasi cosa, dai video di YouTube alle transazioni sui mercati finanziari.
Secondo il capo di stato maggiore della marina britannica, l’ammiraglio Sir Ben Key, “c’è una vulnerabilità intorno a tutto ciò che si trova sul fondo del mare, sia che si tratti di gasdotti, sia che si tratti di cavi internet, che obbliga organizzazioni come la Royal Navy, ma non solo, ad avere mezzi di monitoraggio per rafforza la sicurezza dei fondali oceanici”.
Cos’è un cavo sottomarino?
Quasi tutto il traffico Internet mondiale viene trasportato attraverso una rete globale di oltre 400 tubi in fibra ottica che, complessivamente, si estendono per 1,3 milioni di chilometri.
Sono gestiti quasi esclusivamente da società private come Google e Microsoft, nonché dalla francese Alcatel Submarine Networks e, sempre più, dalla cinese Huawei Marine Networks.
Parte della vulnerabilità è dovuta alla posizione di questi cavi. Coprono il globo e si trovano spesso in aree estremamente remote, facilmente accessibili a sottomarini o veicoli subacquei senza pilota. La mancanza di un controllo normativo sul funzionamento di queste reti rende inoltre difficile per le aziende e i governi proteggerle.
Ci sono anche i cosiddetti punti di strozzatura, o aree cardine in cui si intersecano i principali cavi sottomarini, che rappresentano alcuni dei potenziali bersagli a più alto rischio. Per l’Europa, questi includono Italia, Gibilterra e Malta.
Per gli Stati Uniti, la costa di New York è il principale punto di collegamento con l’Europa, mentre le coste occidentali del Regno Unito rappresentano un hub di collegamento tra gli Stati Uniti e il resto d’Europa.
Attaccare i cavi sottomarini metterebbe fuori internet
I cavi dati trasportano il 90% del traffico internet mondiale e a gennaio di quest’anno l’ammiraglio Tony Radakin, capo di Stato maggiore della Difesa del Regno Unito, aveva già sollevato il problema della sicurezza delle reti internet nel mare del Nord.
Affermazione che seguiva lo strano incidente (a tutt’oggi senza una causa certa) avvenuto il 7 gennaio 2022 al cavo in fibra che connette le isole Svalbard alla Norvegia.
Secondo la marina britannica, negli ultimi anni è andato aumentando il numero di sottomarini russi che operano nel Nord Europa e che potenzialmente rappresentano una grande minaccia alla sicurezza delle infrastrutture strategiche di comunicazioni del Regno Unito e degli altri Paesi europei.
La Russia ha la capacità di attaccare i cavi?
Funzionari militari britannici e americani hanno ripetutamente avvertito che la Russia ha le capacità tecniche per eliminare parti dell’infrastruttura Internet sottomarina del mondo per paralizzare alcune delle reti digitali occidentali. I cavi sottomarini si trovano spesso a meno di 100 metri sott’acqua e richiederebbero un sottomarino o un veicolo senza pilota per piazzare esplosivi nei punti critici della rete.
Va detto che negli ultimi anni, le aziende di telecomunicazioni hanno creato più ridondanze nelle loro reti sottomarine, principalmente per garantire che eventuali danni a breve termine non influissero materialmente sull’attività online delle persone.
Se il Cremlino attaccasse, per esempio, potrebbe abbattere parte di una rete regionale che collega i paesi baltici con il resto d’Europa. Ma per avere un impatto a lungo termine sulla rete mondiale di cavi sottomarini, la Russia – o qualsiasi altro aggressore – dovrebbe agire su una scala che sarebbe probabilmente facilmente rilevabile dalle agenzie di sicurezza nazionale occidentali. Bisogna però non abbassare la guardia. Per Radakin, un attacco deliberato ai cavi internet sottomarini potrebbe essere considerato un atto di guerra.