Il responsabile della sicurezza – anche cyber – per il Partito Democratico Matteo Mauri, tuona contro il Governo. “Crediamo che una norma contro i ransomware sia una necessità per il nostro Paese. Per le istituzioni pubbliche, per le aziende private e per la tranquillità dei cittadini. Il Governo ci ascolti”.
“E’ veramente incomprensibile il motivo per cui il governo non faccia assolutamente nulla contro i ransomware. Ogni giorno arrivano notizie di sottrazione di dati o di blocco dei servizi a danno di soggetti pubblici e privati. Come il caso di cui si è venuti a conoscenza ieri di 70 aziende del mondo dell’informazione colpite in poche ore, e su cui sta già lavorando con la consueta professionalità la Polizia Postale. Spesso i criminali che compiono questi o altri Cyber-attacchi lo fanno per farsi pagare un riscatto. E ogni giorno puntualmente quei riscatti vengono pagati”.
Lo afferma Matteo Mauri, responsabile della sicurezza – anche cyber – per il Partito Democratico. “In occasione di questi attacchi il Sottosegretario alla Presidenza Mantovano e il Direttore della Agenzia Cyber Frattasi non mancano mai di far sentire il loro commento preoccupato. Quando invece viene il momento di agire e noi proponiamo di farlo con una norma ad hoc il governo e la maggioranza si ritirano nella nebbia più fitta. E’ esattamente quello che è successo oggi in commissione sul ddl Sicurezza. Dove è stato bocciato un emendamento Pd che proponeva i criteri per dare una Delega al Governo per la definizione di una strategia nazionale per il contrasto agli attacchi informatici di tipo ransomware. E’ particolarmente curioso che il testo sia stato bocciato nonostante fosse esattamente identico a quello che era stato approvato circa un mese fa come odg al ddl Cyber al Senato, con il parere favorevole del Governo. Contraddizioni difficili da spiegare, da cui però non ci siamo fatti condizionare. Tanto che ci siamo comunque resi disponibili, fin da subito, in tutte le occasioni e a tutti i livelli, a trovare una soluzione condivisa. Anche modificando in profondita’ il nostro emendamento, nell’ottica di andare incontro a ogni osservazione di merito”.
“Questa disponibilità – prosegue Mauri – l’abbiamo chiarita sia alla Presidenza del Consiglio che all’Acn. Ma purtroppo a fronte di tutto questo siamo stati messi davanti al silenzio assoluto degli uni – con una scortesia istituzionale inspiegabile – e all’indisponibilità a definire un testo minimamente concreto degli altri. Abbiamo provato, nonostante tutto, a dare una mano perché crediamo che fare una norma contro i ransomware sia una necessità per il nostro Paese. Per le istituzioni pubbliche, per le aziende private e per la tranquillità dei cittadini. Lo abbiamo fatto senza alcun interesse di parte. Lo dimostra il fatto che abbiamo proposto una legge Delega, cioè uno strumento normativo che il Governo avrebbe potuto plasmare a piacimento”, continua Mauri.
“Ma purtroppo l’amara verità è che quando alla Presidente Meloni serviva una ‘legge-vetrina’ in tempo esibirla allo scorso G7 il governo ha sbattuto i tacchi e ha fatto approvare il ddl Cyber a tutta velocità. Una legge che però, tanto per cambiare, era tutta apparenza e completamente senza risorse. Quando invece serve fare per bene qualcosa di utile nell’interesse generale il Governo si ritira nel suo letargo. Il governo ci ripensi in occasione del voto in Aula. Noi ripresenteremo sicuramente un emendamento su questo argomento. Da qui ad allora – cioè a settembre – siamo disponibili a ragionarne con tutti. Perchè pensiamo che non sia mai troppo tardi per fare la cosa giusta. Nella speranza che qualche giorno di pausa possa portare il consiglio che gli scorsi mesi hanno negato”, conclude.