Nel 2016, rivela l’Ibm X-Force Threat Intelligence Index, il numero di dati compromessi in tutto il mondo ha superato i 4 miliardi. Comunicazione, PA e finanza i settori più bersagliati. Teodonno (Ibm Italia): “La cybersecurity del futuro sarà cognitive”
Un cybercrime evoluto tecnicamente, in grado di agire su vasta scala, capace di sfruttare ogni singola vulnerabilità aziendale e sempre più indirizzato verso i dati non strutturali. Internet of Things, industria 4.0, droni, smart city e robotica sono solo alcune delle tecnologie driver dell’economia digitale più esposte alle nuove frontiere del crimine informatico. Un fenomeno che, secondo l’Ibm X-Force Threat Intelligence Index 2017, ha raggiunto ormai delle dimensioni qualitative e quantitative tali da esporre a rischi importanti l’intera evoluzione dell’economia digitale.
L’aumento continuo dei dispositivi connessi e interconnessi non favorisce infatti solo la trasformazione digitale dei tessuti produttivi, ma anche la nascita di nuovi piani d’azione per gli hacker. Non a caso, rileva il report di Ibm, nel 2016 il numero di dati compromessi in tutto il mondo ha superato i 4 miliardi, facendo segnare aumenti a tripla cifra rispetto a qualche anno fa. L’analisi dei dati raccolti dagli oltre 8mila clienti Ibm Security monitorati nel 2016 in 100 paesi, nonché da dati esterni raccolti e analizzati dal team X-Force, restituisce uno scenario in cui spiccano le nuove tecniche introdotte nel corso dello scorso anno, come il ransomware che sta dominando anche l’anno in corso, e i cambiamenti strategici dei criminali informatici.
«Le tecnologie che oggi stanno diventando normali come l’IoT, l’industry 4.0 e il mobile aumentano il livello di complessità e quindi le sfide da affrontare. Ecco perché la numerosità degli attacchi è in crescita e allo stesso tempo aumenta la sofisticazione delle offensive – spiega Francesco Teodonno, Security Unit Leader di Ibm Italia – Tutto ciò che ha un indirizzo IP può essere utilizzata per entrare in un sistema informatico. Bisogna aumentare il perimetro di difesa in modo esponenziale perché dobbiamo affrontare organizzazioni strutturate che lavorano in modo integrato».