Dati sensibili sempre più esposti agli attacchi informatici negli Stati Uniti. Secondo il nuovo Rapporto dell’Identity Theft Resource Center, il numero dei data breach è aumentato del +17% rispetto all’anno passato.
Unico dato positivo una diminuzione del 9% tra il secondo ed il terzo trimestre dell’anno in corso.
L’aumento di attacchi è principalmente legato al phishing e ai ransomware.
Questi ultimi sono considerati molto insidiosi per la capacità di coinvolgere più organizzazioni con un singolo attacco.
Secondo lo studio, 60 strutture sono state colpite da 23 attacchi ransomware da gennaio a settembre di quest’anno.
Nel terzo trimestre sono state vittime di cyber attacchi 793 mila persone in più. Un fenomeno che preoccupa non solo le istituzioni americane, ma gli stessi cittadini.
In particolare, come anticipato, sono le supply chain che hanno registrato il maggior numero di data breach, come il caso Blackbaud, che ha visto coinvolte alla fine quassi 13 milioni di persone per la violazione dei dati relativi a 580 organizzazioni.
Oppure il caso CaptueRX, che ha visto coinvolte 162 organizzazioni, o ParkMobile (19) e Med Data (6).
Anche in Europa la situazione è simile e le catene di approvvigionamento sono al centro di numerosi attacchi informatici.
L’ENISA o European Union Agency for Cybersecurity ha dichiarato a luglio che le stime per il 2021 sono di un numero di cyber attacchi quattro volte maggiore che nel 2020.
L’Agenzia europea ha rilevato che circa il 58% degli attacchi alle catene di approvvigionamento era mirato ad accedere ai dati, principalmente dati dei clienti, e alla violazione della proprietà intellettuale.