Cyberwar, Di5s3nSi0N dichiara guerra all’ISIS

Isis ha trovato un brutto nemico su internet. È il collettivo di hactivisti Di5s3nSi0N, che nei giorni scorsi ha hackerato Amaq, l’organo di propaganda online del Daesh pubblicando 2000 indirizzi della mailing list.

E che adesso rilancia annunciando un nuovo cyber attacco il 17 novembre. Su Twitter il gruppo ha scritto che “Allah invia la vostra punizione attraverso le nostre mani. Come le braccia dei nostri fratelli hanno fatto polvere di voi, noi facciamo la storia con i vostri pixel haha. Noi #silencetheswords il 17.11.17”. Infine, si aggiungono gli hashtag delle più note operazioni sul web contro lo Stato Islamico: 17 #AMAQ #OpISIS #IslamicState #Hacked.

Sondaggio online per l’immagine simbolo del nuovo cyber attacco degli hactivisti musulmani contro Daesh

Non solo. Gli hacker di Di5s3nSi0N hanno anche lanciato una sorta di sondaggio online per decidere l’immagine del prossimo attacco ad Amaq. La scelta è tra 2 immagini. La prima vede Batman con il dito medio alzato, in cui campeggia la frase “i musulmani uniti contro Daesh”. La seconda alcuni miliziani su uno sfondo rosso con scritto “Opponetevi contro lo Stato Islamico” e poi il pensiero riportato nel contenuto su Twitter.

Questa volta è Di5s3nSi0N che sfida Isis e provoca i jihadisti

In entrambi i casi Di5s3nSi0N ha lanciato un chiaro messaggio di sfida a Isis. Gli hacker vogliono provocare Daesh e deridere ulteriormente i jihadisti su internet. Ciò a seguito del fatto che lo Stato Islamico aveva annunciato di essere “blindato” e pronto a respingere qualsiasi tipo di cyber attacco o tentativo di hackeraggio di Amaq, dopo averne implementato la cybersecurity. Sfida immediatamente accolta dal collettivo di hactivisti, che ha compromesso la piattaforma di propaganda poche ore dopo.

L’arrivo dei cyber nemici per Isis è un colpo duro. Penalizza radicalizzazione e reclutamenti online

L’improvviso incrementato interesse da parte di gruppi di hacker pone, peraltro, seri problemi a Isis. Non solo per la gestione e la diffusione della sua propaganda online. Ma soprattutto sul versante della radicalizzazione e dei reclutamenti attraverso internet. L’eco mediatico degli attacchi con ogni probabilità avrà spaventato molti simpatizzanti del Daesh. Questi preferiranno abbandonare o rimandare percorsi di adesione allo Stato Islamico piuttosto che correre il rischio di essere esposti al pubblico. Inoltre, avvicinare possibili nuovi adepti tramite il web sarà più difficile. Sia per la diffidenza che questi mostreranno a seguito degli ultimi eventi sia per il monitoraggio più attento e capillare della rete da parte degli hactivisti.

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