L’intervista del direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale a La Stampa: “Abbiamo avvisato le piccole e medie imprese che hanno delocalizzato in Ucraina, che se avessero usato lo stesso sistema di sicurezza informatica tra Ucraina e Italia, avrebbero rischiato di risucchiare malware all’interno del nostro Paese”.
Li chiama “effetti collaterali” Roberto Baldoni i possibili attacchi informatici che potrebbero essere sferrati dalla Russia alle infrastrutture critiche italiane. E “il rischio di subirli è alto”, ha dichiarato il direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale nell’intervista al quotidiano La Stampa oggi in edicola.
Baldoni ha rivelato anche di aver “avvisato le piccole e medie imprese che avevano delocalizzato in Ucraina, perché se avessero usato lo stesso sistema di sicurezza informatica tra Ucraina e Italia, rischiavamo di risucchiare i virus all’interno del nostro Paese”.
“La prima allerta che qualcosa di grave stava avvenendo per gli attacchi alle infrastrutture ucraine”, ha spiegato il numero 1 dell’ACN, “è del 14 gennaio. Un mese dopo, visto il crescere della minaccia, il Nucleo sicurezza cibernetica è entrato in emergenza”.
“Abbiamo mandato circa 7.000 comunicazioni sulle misure da adottare. Inviamo due bollettini riservati al giorno alle imprese e agli enti che sono nel perimetro della sicurezza cibernetica“
“Da quel momento in poi”, ha aggiunto il dg dell’Agenzia, “abbiamo mandato circa 7.000 comunicazioni sulle misure da adottare. Inviamo due bollettini riservati al giorno alle imprese e agli enti che sono nel perimetro della sicurezza cibernetica. E ogni tanto diramiamo raccomandazioni pubbliche, come sui fornitori tecnologici russi”.
Infatti, il 15 marzo scorso l’ACN ha lanciato l’avvertimento: “valutare con urgenza i rischi” delle tecnologie informatiche fornite da aziende legate alla Federazione Russa e di “considerare le alternative” per determinati servizi digitali.
Sull’antivirus e software di aziende legate al governo russo, Baldoni pone l’attenzione sulla dipendenza tecnologica dell’Italia da altri Paesi.
“Diciamo che qui il discorso è molto simile a quello energetico”, ha detto. “L’Europa si è seduta negli ultimi decenni sulla globalizzazione. E così, anziché sviluppare tecnologia europea, abbiamo accentuato le dipendenze dall’estero”.
“Ecco, anche sulle tecnologie digitali è necessario un’inversione di rotta. Non possiamo più dipendere per settori così nevralgici dall’estero. Perché una volta è la Cina, un’altra la Russia, domani chissà. Occorre”, ha concluso Baldoni, “un’autonomia strategica nazionale, o quantomeno su base europea, per le tecnologie digitali”.
Favorire lo sviluppo dell’autonomia tecnologica dell’Italia è tra gli obiettivi dell’ACN ed anche del governo, come indicato in Senato da Franco Gabrielli. Il sottosegretario con delega alla cybersecurity ha annunciato l’arrivo di una norma ad hoc che l’esecutivo sta preparando per mettere fuori dalle pubbliche amministrazioni l’antivirus e i software Kaspersky.
Su cybersicurezza rete centrale per coordinare territori
Un coordinamento nazionale di cybersecurity che aiuti a proteggere i vari sistemi informatici della pubblica amministrazione dei territori per scongiurare attacchi hacker, anche alla luce della situazione internazionale e degli accadimenti delle ultime settimane in Ucraina. È quanto emerso dall’incontro tra il Governo e le Regioni, dove hanno partecipato, tra gli altri, il ministro Gelmini, il sottosegretario Gabrielli e Baldoni. All’incontro, a quanto si apprende, è stata rappresentata anche la necessità di non dipendere dagli antivirus russi per la gestione dei sistemi.