“Il mio lavoro oggi? Analizzare in che modo le tecnologie, create per liberarci, vengono invece usate per controllarci, e cercare di spostare l’asticella di un grado a favore delle persone ordinarie, invece di chi vuole avere il controllo sulle nostre vite”.
Sono queste le parole di Edward Snowden, il più famoso ex agente dell’intelligence Usa, che “La Repubblica” ha intervistato via chat dalla Russia, il Paese dove Snowden risiede da 5 anni con un permesso temporaneo grazie all’appoggio del Governo.
Nato a Elizabeth City, negli Stati Uniti, nel 1983, Edward Snowden, ex analista della Cia ed ex collaboratore della Nsa (la National Security Agency, l’agenzia per la sicurezza nazionale Usa), è stato accusato di spionaggio a causa delle sue rivelazioni nel 2013 sui programmi top secret di sorveglianza di massa dei governi Usa e Gb.
Da quel momento per arginare il problema, Apple e altri giganti tecnologici iniziarono a blindare i propri device e le loro altre tecnologie con lo sviluppo di una crittografia molto forte, in grado di reggere la privacy degli utenti. Ma secondo Snowden, questo non è bastato ad argine lo strapotere della Nsa.
“Se non riescono a forzare la crittografia, hackerano gli apparecchi elettronici che cifrano le nostre comunicazioni: i nostri telefoni, i nostri computer. È la via imboccata dopo il 2013 perché tanto loro hanno trovato nuove crepe per accedervi”, ha dichiarato Snowden a La Repubblica. “Le vulnerabilità nelle tecnologie sviluppate da Apple, Google e tutte le più grandi aziende, anche Microsoft – continua l’ex dipendente dell CIA nell’intervista-, hanno una serie infinita di gravi vulnerabilità nei loro software e purtroppo non sono costrette a pagare nessuna conseguenza. Fino a quando andremo avanti così, non cambierà nulla”.