Sia Giuseppe Antoci, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, che il responsabile nazionale sicurezza del Pd, il deputato Matteo Mauri, denunciano l’assenza di fondi per la sicurezza informatica.
“Le infrastrutture di sicurezza informatica in Italia sono un colabrodo. Lo hanno dimostrato due recenti casi di cronaca, gli oltre 7.000 accessi non autorizzati ai conti correnti di personalità pubbliche effettuati da un ex dipendente di Intesa Sanpaolo e l’arresto di un hacker che aveva compromesso i sistemi informatici della Guardia di Finanza e del Ministero della Giustizia, spiando persino le caselle email dei magistrati. Ci chiediamo dunque dove siano finiti i fondi del Pnrr dedicati al miglioramento delle capacità di difesa informatiche del nostro Paese”. Così in una nota Giuseppe Antoci, europarlamentare del Movimento 5 Stelle.
“L’obiettivo del Pnrr sostegno al potenziamento delle strutture di sicurezza rischia inesorabilmente di fallire, così come la stessa Corte dei Conti europea ha certificato nella sua ultima relazione annuale. Per denunciare questo spreco di risorse pubbliche che danneggia in primis le nostre Istituzioni abbiamo presentato una interrogazione alla Commissione europea nella quale chiediamo quali azioni intenda intraprendere per assicurare che gli obiettivi di cibersicurezza del PNRR sia raggiunti. Le crepe nella sicurezza informatica delle Istituzioni italiane rappresentano un regalo per le organizzazioni criminali e i tentativi di infiltrazione e condizionamento da parte di Paesi stranieri nella vita pubblica del nostro Paese e dell’Europa. Basta superficialità, è arrivato il momento di intervenire”, conclude Antoci.
Mauri (PD), persi due anni, da Governo nessuna soluzione
“Anche da Bari il sottosegretario Mantovano (intervenuto alla giornata conclusiva del Festival delle Regioni 2024 ndr.) non ha perso l’occasione per denunciare la pericolosità degli attacchi informatici. E in particolare si è soffermato sulla sottrazione dei dati sanitari. Potrebbe non esserci nulla da eccepire. Se non fosse che Mantovano non è un commentatore qualsiasi, bensì un esponente di primissimo piano di un Governo che in questi giorni sta autocelebrando il secondo anno al potere. E quando si è al Governo bisogna trovare le soluzioni, non limitarsi a indicare i problemi“, scrive in una il responsabile nazionale sicurezza del Pd, il deputato Matteo Mauri.
“E invece il Governo non ha fatto altro in questi anni. Durante i quali è stato capace solo di imporre regole e minacciare sanzioni. Ma senza mettere mai un soldo per le realtà che devono combattere queste battaglie ogni giorno. Nè nella Legge Cyber di giugno, fatta in fretta e furia per far bella figura al G7, nè nel decreto di recepimento della Direttiva NIS 2. È troppo comodo spiegare, dice ancora Mauri, agli altri cosa devono fare, senza mettere a disposizione le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi utili al Paese. Così come è incomprensibile il motivo per cui sia stata respinta con fastidio la disponibilità che avevamo dimostrato come PD nel cercare insieme una nuova risposta concreta ad una delle peggiori minacce informatiche, ovvero gli attacchi ransonware. Se l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale serve solo per fare assunzioni e per riscuotere le multe, allora non si andrà per niente lontano“, conclude.