A seguito del recente attacco informatico su scala mondiale denominato WannaCry , la Commissione ha rafforzato gli impegni ad accelerare i lavori per riesaminare la strategia dell’UE per la cybersecurity del 2013.
La sicurezza in Europa si declina in diversi modi: fisica e virtuale, informatica, delle infrastrutture, delle frontiere, dei dati. Ieri la Commissione europea ha presentato la settima relazione sui progressi compiuti verso la creazione di un’autentica ed efficace Unione della sicurezza.
Oltre a relazionare sulle inziative in corso per migliorare la gestione delle informazioni per le frontiere e la sicurezza, la Commissione ha rafforzato gli impegni ad accelerare i lavori per riesaminare la strategia dell’UE per la cybersecurity del 2013, al fine di fornire una risposta efficace alle attuali minacce informatiche.
A seguito del recente attacco informatico su scala mondiale denominato “WannaCry” (o WCry), il documento pone gran rilievo sulla necessità di un’azione per l’interoperabilità dei sistemi di informazione per la sicurezza dell’Unione.
“Il valore delle nostre informazioni sulla sicurezza viene massimizzato quando i nostri sistemi dialogano tra loro – ha dichiarato Dimitris Avramopoulos, Commissario responsabile per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza – La complessità e la frammentazione dei sistemi attuali ci rende vulnerabili”.
“L’approccio che delineiamo oggi – ha invece commentato Julian King, Commissario responsabile per l’Unione della sicurezza – definisce un modo intelligente e mirato per ottimizzare l’uso dei dati esistenti. Quello che proponiamo è un cambiamento radicale del modo in cui gestiamo i dati sulla sicurezza, aiutando così le autorità nazionali ad affrontare meglio le minacce transnazionali e a individuare i terroristi che operano al di là delle frontiere“.
La relazione odierna definisce un nuovo approccio per la gestione dei dati, in base al quale tutti i sistemi d’informazione centralizzati dell’UE per la sicurezza e la gestione delle frontiere e della migrazione saranno interoperabili, nel pieno rispetto della protezione dei dati e dei diritti fondamentali.
Gli elementi principali di questo approccio sono i seguenti:
- il portale di ricerca europeo – che consente di interrogare i sistemi simultaneamente, nel pieno rispetto delle garanzie per la protezione dei dati ed, eventualmente, con norme semplificate per l’accesso ai sistemi da parte delle autorità di contrasto;
- il servizio comune di confronto biometrico – che consente di interrogare i diversi sistemi di informazione con dati biometrici, eventualmente con bandierine “hit/no hit” che segnalano il collegamento con dati biometrici correlati presenti in un altro sistema;
- l’archivio comune per i dati relativi all’identità – che, sulla base dei dati identificativi alfanumerici (come la data di nascita o il numero di passaporto), consente di individuare se una persona è registrata con identità multiple in banche dati diverse.
Per quel che riguarda la gestione dei dati, eu-LISA, l’agenzia dell’UE per la gestione dei sistemi di informazione, “svolgerà un ruolo fondamentale nel fornire consulenza tecnica e portare avanti i lavori verso l’interoperabilità dei sistemi di informazione”.