Cybersecurity, allarme privacy su Twitter

Dopo i vari scandali che hanno colpito Facebooksull’ipotetico utilizzo improprio dei dati degli utenti (tanto che è stata ipotizzata anche una class action contro Facebook), anche Twitter finisce nell’occhio del ciclone per presunti pericoli per la privacy degli utenti.

I regolatori della privacy in Irlanda, infatti, hanno aperto un’indagine sulla quantità di dati raccolta da Twitter usando il t.co, ossia il suo sistema di accorciamento degli URL.  Secondo le prime indagini, sembra che la piattaforma di microblogging non abbia aderito in tutto e per tutto alle direttive previste dal GDPR, il regolamento generale sulla protezione dei dati. Stando al regolamento, ogni utente europee iscritto al social media Twitter ha il diritto di sapere come e quando vengono raccolti i suoi dati. In seguito ad alcune richieste però Twitter non ha saputo fornire informazioni sui dati raccolti con il servizio di short URL.  Una mancanza grave in Europa dove queste omissioni di informazioni sono punibili con una multa dopo l’entrata in vigore del GDPR. In molti dunque hanno iniziato a chiedersi se in realtà Twitter non sti trattenendo in maniera impropria i dati di alcuni suoi utenti.

Gli short URL a rischio su Twitter?

Per chi non li conoscesse, gli short URL furono inseriti anni fa su Twitter per dare l’opportunità agli utenti di pubblicare dei post con un link allegato evitando di usare i pochi caratteri a disposizione per un tweet. Con il passare del tempo varie piattaforme social si sono rese conto che gli URL abbreviati erano anche più sicurie verificabili rispetto ai classici URL di lunghezza standard spesso usati dai cyber criminali per diffondere virus o truffe informatiche. Proprio questa analisi dettagliata sugli short URL pubblicati su Twitter per evitare la diffusione di malware o attacchi hacker però potrebbe causare una violazione della privacy per gli utenti iscritti alla piattaforma. Questo perché al contrario di quella che dovrebbe essere la norma in Europa, Twitter non fornisce i dati raccolti sul servizio di short URL ai suoi utenti e non li avvisa della possibilità di raccolta di informazioni attraverso l’uso degli URL abbreviati. Al momento l’indagine è in corso ma se Twitter non dovesse riuscire a difendersi in maniera appropriata è possibile che per il social media arrivi una multa salata da parte dell’Unione Europea.

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