Il vice di Juncker spiega il piano della Commissione: “È la solita lotta tra bene e male, ma combattuta nell’era del digitale. L’Ue si sta dando una mossa”
CYBERATTACCHI? Allarmi procurati da software come in Russia. “E’ la solita lotta tra il bene e il male, combattuta nell’era digitale. Noi europei facciamo troppo poco per proteggerci: è il momento di darci la sveglia”. Parla così Andrus Ansip, ex premier estone e vicepresidente della Commissione Ue. Mentre Jean-Claude Juncker annuncia che la cybersecurity è tra le priorità, Ansip svela a Repubblica i dettagli del piano di Palazzo Berlaymont: “Il piano comincia da una cyberdifesa comune”.
Negli ultimi due anni in Europa sono stati hackerati parlamenti, campagne elettorali, tv, università, ospedali, smart tv di casa. Che cosa farà Bruxelles per impedirlo?
“Oggi è facile attaccarci. Bisogna al più presto proteggere i cittadini. La strategia lanciata nel 2013 va aggiornata: all’epoca non era diffuso l’internet degli oggetti e gli hackeraggi non erano all’ordine del giorno. La Commissione lancia una proposta per la gestione condivisa dell’emergenza e per la prevenzione”.
Quanto rischiamo oggi?
“Teme che le elezioni tedesche possano essere hackerate? I rischi sono economici e politici. A causa dei cyberattacchi, l’Ue perde 265 miliardi di euro l’anno. Circa il 95 per cento degli attacchi è dovuto a errori umani, fino all’80% però può essere evitato con la sicurezza. Non penso che qualcuno cercherà di influenzare direttamente il voto: sarebbe come dichiararci guerra, ma le democrazie vanno protette”.