Il cybercrime opera sempre più con logiche industriali. Aumentano quasi a doppia cifra gli attacchi informatici gravi nel mondo, con l’Europa unico continente dove cresce la percentuale di vittime.
Vanno per la maggiore soprattutto malware, di cui oltre un terzo sono ransomware, e tecniche di phishing o social engineering. E gli smartphone rappresentano oggi una frontiera dagli affari d’oro. Sono questi gli elementi che hanno spinto gli esperti del Clusit, principale associazione italiana nel campo della sicurezza informatica, a togliere dal 2016 l’etichetta di “annus horribilis” della sicurezza informatica per consegnarla senza esitazioni all’anno in corso, nonostante debba ancora finire.
Secondo la nuova edizione del Rapporto sulla sicurezza Ict da gennaio a giugno si sono verificati 571 attacchi gravi di dominio pubblico, cioè che hanno avuto un impatto significativo per le vittime in termini di danno economico, reputazione e diffusione di dati sensibili. Un numero superiore dell’8% rispetto a quello registrato nel secondo semestre 2016. Il cybercrime vero e proprio, inteso come attività che mira all’estorsione di denaro, è il primo motore delle offensive informatiche: nel 75% dei casi l’obiettivo è infatti quello di riempirsi le tasche a scapito dei malcapitati e stiamo parlando di un fenomeno che ha registrato una crescita del 13% rispetto ai sei mesi precedenti. In aumento, anche più deciso, i crimini riferibili allo spionaggio informatico.
La crescita percentuale maggiore di attacchi gravi, rileva il Clusit, si osserva nella categoria dei cosiddetti “Multiple Targets” (+253%), quelli compiuti in parallelo dallo stesso attaccante contro numerose organizzazioni appartenenti a categorie differenti. Seguono i settori verticali: research/education (+138%), infrastrutture critiche (+23%) e il duo banche/finanza (+12%). Da segnalare la crescita a doppia cifra dei crimini informatici verso il segmento ricettività, che comprende hotel, ristoranti, residence e collettività di cui vengono colpiti i clienti finali.
Per quel che riguarda poi la tipologia degli attacchi sferrati domina il malware comune, che copre il 36% del totale e cresce dell’86%. Scendendo più nel dettaglio, il 27% degli attacchi realizzati tramite malware è stato compiuto utilizzando ransomware e il 20% tramite malware specifico per piattaforme mobile (più Android che iOs). Un trend quest’ultimo in rapida crescita che preoccupa molto gli esperti Clusit per la portata potenziale nel lungo termine. A livello geografico, sono in aumento gli attacchi verso realtà basate in Europa (dal 16% del secondo semestre 2016 al 19% del primo semestre 2017) con una crescita significativa di quelli…