In queste ore i deputati britannici stanno venendo informati sulla massiccia violazione dei dati, che non sarebbero stati esfiltrati, nei confronti del personale di servizio e degli ex dipendenti. I cybercriminali hanno preso di mira il sistema di pagamento degli stipendi.
Il ministero della Difesa del Regno Unito è stato oggetto di cyberattacchi da parte delle autorità cinesi. È quanto riporta Sky News, spiegando che nella giornata i deputati britannici verranno informati circa i due o tre tentativi di violazione dei dati (che, stando alle indagini, non sarebbero stati trafugati) nei confronti del personale di servizio e degli ex dipendenti. In particolare, i cybercriminali avrebbero preso di mira il sistema di pagamento degli stipendi.
L’emittente spiega poi che il governo britannico non farà riferimento esplicito al paese coinvolto, ma ritiene che si tratti della Cina. Più volte il Regno Unito ha ammesso che la democrazia si trova ad affrontare minacce su più fronti, tra cui cyberattacchi (appunto) e fake news (costruite intorno alle condizioni di salute di Kate Middleton, lei stessa al centro di un tentativo di furto dei suoi dati sanitari da parte di un dipendente della clinica londinese dove è stata ricoverata) che hanno interrotto le campagne elettorali. Le stesse elezioni europee, in agenda dal 6 al 9 giugno, sono ad alto rischio di attacchi informatici.
Sanzioni nei confronti della Cina
Londra non ha dubbi: i peggiori cyberattacchi recenti nel Regno Unito sono ascrivibili ad “agenti ostili” provenienti da Pechino. Ragione per cui il governo ha annunciato una serie di azioni contro la Cina, evidenziando il peggioramento delle relazioni tra i due paesi. Sull’onda – tutt’altro che emotiva – della crescente preoccupazione per le attività di spionaggio e interferenza politica intraprese dal governo cinese, il vice primo ministro britannico Oliver Dowden, intervenuto alla Camera dei Comuni, ha comunicato nuove sanzioni contro la Cina.
Iniziative di rivalsa per una serie di azioni malevole, da parte di Pechino, contro i parlamentari e il sistema elettorale del Regno Unito. Soprattutto, riferisce Politico, il governo ha puntato l’indice contro il collettivo di hacking Apt31 (Advanced Persistent Threat Group 31), controllato dallo Stato cinese e responsabile, tra gli altri, del cyberattacco al Parlamento finlandese. Paese quest’ultimo che ha dato i natali a Julius Kivimaki, il criminal hacker più ricercato d’Europa, ora arrestato e condannato a sei anni e tre mesi di carcere.
Colpiti gli archivi della Commissione elettorale
Tra il 2021 e il 2022, i sistemi informatici della Commissione elettorale britannica venivano compromessi da un cyberattore che, nel dettaglio, era riuscito a mettere le mani sui dati personali di 40 milioni di cittadini. Il prolungato cyberattacco ha trovato la netta presa di posizione del governo di Rishi Sunak, che ha accusato la Cina (“si comporta in maniera sempre più assertiva all’estero e autoritario in patria e rappresenta una grave minaccia per la nostra sicurezza economica”).
Diversi partner del Regno Unito, tra cui gli Stati Uniti, hanno assunto iniziative simili per chiedere conto a Pechino delle sue attività malevoli. In particolare, l’intelligence statunitense avrebbe identificato una rete di infiltrazioni cinesi, all’interno di centinaia di dispositivi, nelle infrastrutture dei più importanti servizi del paese. La minaccia è Volt Typhoon, un cyber attore sponsorizzato dallo stato cinese per lo spionaggio e la raccolta di informazioni.