Cyber spionaggio, nuova campagna di Hamas verso Israele

Continua la campagna di cyber spionaggio di Hamas verso i militari di Israele. Le esche sono donne avvenenti, come nella precedente operazione svelata dalle IDF, e i Mondiali di Calcio.

Gli hacker dei miliziani, infatti, hanno infettato circa 100 soldati dello Stato ebraico con app malevole legate, mascherate da piattaforme per incontri (due) e alla Fifa World Cup (una). Al loro interno era contenuto uno spyware. Questa, come riporta il Times of Israel era chiamata “Golden Cup” e prometteva di fornire i calendari delle partite e altri dettagli, relativi alla competizione in corso in Russia. Le applicazioni per gli incontri, invece, si chiamavano Winkchat e Glancelove. L’intelligence israeliana che monitora la sicurezza informatica del paese e dei suoi militari, avvisa che i cyber attacchi dei jihadisti stanno diventando più sofisticati. Di conseguenza, chiede a tutti di prestare massima attenzione su web e social media.

I cyber attacchi dei jihadisti diventano sempre più evoluti e sofisticati

Rispetto al passato, infatti, i cyber attacchi di Hamas contro Israele si sono evoluti. Gli hacker malevoli, dopo aver rubato foto di donne attraenti, hanno creato dei falsi profili Facebook e avviato chat sul messenger e su Whatsapp in ebraico. Inoltre, hanno usato utenze telefoniche dello Stato ebraico. Ciò per rendere più credibili agli occhi delle possibili vittime gli account e le conversazioni. A quel punto le esche hanno cominciato a flirtare con i soldati, cercando di far scaricare loro applicazioni malevole sugli smartphones. Una sorta di honeypot (barattolo di miele) virtuale. Una di queste, per esempio, scattava foto all’insaputa del possessore del telefono e le inviava (insieme alla geolocalizzazione) ai server di comando e controllo (C&C) di Hamas.

Hamas non è nuovo alle campagne di cyber warfare e spionaggio informatico contro lo Stato ebraico con spyware e trojan

Hamas, comunque, non è nuovo alle cyber campagne malevole per lo spionaggio informatico di Israele. In passato i jihadisti hanno inviato spyware e trojan, usando come esche foto di donne soldato delle IDF e quelle di giovani ragazze avvenenti. L’obiettivo è sempre lo stesso. Studiare il nemico e, se possibile, infiltrarsi all’interno dei suoi network militari per rubare informazioni o effettuare operazioni di cyber warfare, compromettendoli.

Una delle precedenti e più eclatanti offensive informatiche dei jihadisti contro lo Stato ebraico

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