Chip grandi quanto una punta di matita inseriti nei server di 30 aziende americane hi-tech (di cui spiccano Amazon e Apple) posizionati in maniera da tale da non essere visti e scoperti da nessuno e con l’obiettivo di raccogliere più informazioni possibili.
Lo scoop della rivista settimanale Businessweek dell’agenzia Bloomberg ha fatto il giro del mondo in poche ore. Un’indiscrezione pesante che, seppur smentita dalle aziende interessate, ha avuto un impatto dirompente sulle Borse asiatiche e in particolar modo sui titoli delle società produttrici del comparto tecnologico, affossando i produttori tech.