“Il cyber spazio è diventato molto più di un’infrastruttura che abilita armi e sistemi di allarme precoce: ora è un dominio in cui si proietta la potenza, si possono raggiungere obiettivi strategici senza l’uso della forza e si combatteranno le guerre.
In questo dominio dell’ambiguità, le minacce di alto livello condividono lo stesso ambiente operativo e molte delle caratteristiche tecniche di schermaglie e attività criminali di basso livello, ed è impossibile interpretare la motivazione e lo scopo di una campagna cyber senza considerare il contesto strategico, politico e operativo in cui si manifesta”. È quanto scrive in un’analisi Fabio Rugge, a capo del Centre on Cybersecurity del think tank Ispi.
“Operazioni dirette di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR) quando vengono condotte nel cyberspazio diventano un elemento chiave nella postura di deterrenza di un Paese e possono costituire, di fatto, una preparazione per la guerra”, prosegue l’articolo.
“Gli attacchi informatici”, si legge ancora, possono essere, “allo stesso tempo, lo scintillio che accende una guerra e l’arma che determina il suo risultato finale. Garantire il massimo livello di protezione delle reti di Comando, Controllo, Coordinamento e Comunicazione (C4) costituite per la gestione delle crisi internazionali e la difesa nazionale / collettiva è sempre stata una delle massime priorità per le Forze Armate, e non è quindi una sorpresa che con l’avvento della cyber age esse abbiano perseguito una solida capacità di difesa informatica. Inoltre, praticamente tutti i sistemi d’arma dipendono oggi da reti sicure, affidabili e resilienti; il progresso tecnologico contribuirà solo a rendere la sicurezza informatica un elemento chiave per la promozione delle capacità militari.
Tuttavia, la difesa cibernetica va ben oltre la protezione delle reti militari: un attacco informatico che disabilita le infrastrutture critiche nazionali civili quasi certamente comprometterebbe la corretta condotta delle operazioni militari”. E, rileva Rugge, “c’è di più: poiché la potenziale superficie degli attacchi informatici si espande fino a comprendere tutti i settori delle società moderne, la difesa della nazione richiede il raggiungimento della superiorità nel cyber spazio, un obiettivo che solo le Forze Armate possono raggiungere. La superiorità informatica è fondamentale per mappare il teatro dei conflitti futuri, per segnalare le capacità informatiche ai fini della deterrenza e per definire le norme internazionali dei comportamenti degli Stati nel cyber spazio. Ed è anche fondamentale per la sicurezza nazionale”.